Il centrocampo italiano soffoca un Belgio lezioso

Il centrocampo italiano soffoca un Belgio lezioso

Con una partita di alto livello, l’Italia supera il Belgio, n°1 del ranking mondiale, e conquista un posto nella Final Four dell’Europeo.

La sfida di Monaco di Baviera, così temuta, si è tutto sommato rivelata più facile del previsto. Per gli Azzurri solo un quarto d’ora di vera sofferenza, nel finale di partita. Prima, se è vero che il Belgio ha avuto tre nitide occasioni per segnare, è altrettanto vero che l’Italia, con Immobile, ha fallito diverse opportunità, un paio delle quali molto ghiotte.

Le idee di Martinez

Una delle cose interessanti di Italia-Belgio è che ciascuno dei due tecnici ha cercato di fare qualcosa di nuovo rispetto alle partite precedenti.

Cominciamo dai belgi. Martinez ha perso Eden Hazard e ha un De Bruyne al 70% (ma è un 70% di qualità, perché la mobilità è ridotta, ma il piede funziona). Allora cambia strategia e costruisce un Belgio con Lukaku punta centrale e il giovane Doku seconda punta esterna, chiamato a partire centrale in fase di non possesso per poi allargare al massimo sulla sinistra quando la palla è dei Diavoli Rossi, andando a puntare Di Lorenzo, ritenuto evidentemente l’anello debole della difesa italiana. La mossa, tutto sommato, funziona. Meno azzeccata la scelta di Meunier, in balia di Spinazzola, e di Torghan Hazard, che finisce col ricoprire una posizione ibrida e risulta poco utile alla squadra.

… e quelle di Mancini

Mancini invece recupera Chiellini, a cui assegna la guardia di Lukaku in un duello molto fisico che sarà vinto nettamente dal difensore italiano, e poi differenzia i compiti degli esterni rispetto alle partite precedenti: se Berardi tagliava sistematicamente al centro, a Chiesa viene detto di restare largo, mentre Insigne ha più libertà offensiva e infatti spesso agisce anche come raccordo.

L’idea vincente però è la posizione dei centrocampisti, con l’eccellente Jorginho a schermare De Bruyne e Verratti pronto a raddoppiare: l’intento è quello di prevenire i passaggi verso la mente pensante del Belgio, che infatti giocherà (a tratti divinamente) molti meno palloni del solito. E meno male, perché sul primo pallone che tocca obbliga subito Donnarumma a una grandissima parata con un missile dal limite.

Gli effetti

Nel primo tempo, Mancini vince la partita con i movimenti di Barella, che spesso arriva da dietro fra le linee andando a inserirsi fra Vermaelen e Vertonghen (quest’ultimo chiamato spesso ad allargarsi per tenere Chiesa). Gli azzurri si trovano così spesso in superiorità numerica al limite dell’area belga, e solo per il senso tattico di Witsel, che agisce quasi da libero davanti alla linea difensiva, i Diavoli Rossi riescono spesso a tappare i buchi. In compenso non riescono quasi mai a ripartire davvero, e quando ci riescono, devono accontentarsi delle corsie laterali. Al centro non si passa.

Gli Azzurri passano a condurre grazie ad un gol proprio di Barella, durante una delle sue percussioni offensive.

Prima ancora che il Belgio possa riaversi, Insigne, molto più concreto rispetto alle precedenti uscite, raddoppia con il primo tiro a giro nello specchio della porta nel suo Europeo. D’altronde, cogliere il momento giusto è arte raffinata.

Con l’Italia in pieno controllo, la partita si avvia all’intervallo se non che un fallo stupido di Di Lorenzo permette a Lukaku di andare sul dischetto e accorciare le distanze.

Secondo tempo

La ripresa vede un Belgio decisamente più arrembante, ma anche abbastanza sterile: solo Doku da sinistra riesce a portare qualche pericolo, mentre Lukaku, sempre ben chiuso da Chiellini, si fa comunque pericoloso cogliendo il palo su un pallone teso messo al centro da De Bruyne. Il Belgio guadagna metri, l’Italia si ritrae, ma resta pericolosa nelle ripartenze e nel complesso non rischia nemmeno così tanto
Ad un certo punto il ct belga Martinez gioca il tutto per tutto inserendo Chadli e portando Doku a ridosso di Lukaku, ma le cose vanno bene solo sul taccuino, perché in una manciata di minuti Chadli si fa male problemi muscolari) e deve essere sostituito. Resta comunque l’effetto del doppio cambio che di fatto cambia anche la tattica di gara, perché il Belgio si mette a 4 dietro e attacca largo con Chadli (poi di nuovo Doku) e Torghan Hazard, senza trascurare la fantasia di De Bruyne.

Sul fronte italiano, la prima vittima dell’Europeo è purtroppo anche uno degli esponenti più importanti per l’assetto di gioco della Nazionale: Leonardo Spinazzola si fa male nel finale di partita, riportando una rottura del tendine di achille che lo terrà lontano dai campi per 6-8 mesi. Al suo posto Emerson Palmieri, troppo diverso per caratteristiche in fase di spinta. Il risultato è che il Belgio proprio nel finale schiaccia gli italiani nella loro area di rigore, sfiorando quel pari che manderebbe tutti ai supplementari e poi chissà.

Conclusioni

Sarà anche stato un Belgio condizionato dalle assenze e “zoppo” (ma all’Italia mancano da prima di partire Pellegrini e Zaniolo, per dire), ma il successo italiano apre sicuramente nuove prospettive alla Nazionale di Mancini, ora chiamata ad affrontare la Spagna e il suo stile di gioco che ci è storicamente indigesto.

Per quanto riguarda il Belgio (a cui, per inciso, mancano molto elementi come Kompany e Fellaini), alla ‘golden generation’ resta solo un’ultima chiamata, quella dei Mondiali. Altrimenti, i suoi protagonisti andranno tutti in pensione senza aver vinto nulla.

 

Massimo Prosperi

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