Francia-Portogallo: la notte delle stelle

Francia-Portogallo: la notte delle stelle

In ogni grande torneo c’è qualche partita destinata a diventare un ‘classico’: una di quelle sfide che, anche qualche anno dopo, rivista in qualche video, sarà capace di farci emozionare.
Il primo ‘classico’ di questo Europeo dispari è Francia-Portogallo: nell’afa di Budapest (35°) transalpini e lusitani hanno regalato 4 gol, spettacolo, e un’altalena di emozioni (grazie anche all’altro match del girone fra Germania e Ungheria) che ha tenuto gli appassionati col fiato sospeso fino all’ultimo minuto.
Il Portogallo, Cristiano Ronaldo a parte, è parso un collettivo rodato e coeso, propenso al sacrificio ma anche alla giocata. La Francia, che per lunghi tratti si è specchiata nella propria superiorità tecnica, al momento opportuno ha saputo tirare fuori le sue individualità e miscelarle in un gioco che, quando i protagonisti lo vogliono, non ha rivali.
Ma non sempre lo vogliono. Sono francesi, dopotutto.

La tattica
Entrambi gli allenatori non sono di primo pelo, e infatti studiano mosse e contromosse per portare la partita sui rispettivi binari.
Fernando Santos piazza Moutinho a fare gioco sul centrodestra, con Ronaldo e Diogo Jota a movimentare la fase offensiva, e a combinare stretto sulla sinistra dove spesso si trovano a operare tutti e due quando la palla è lontana dall’area avversaria.
Più machiavellico Didier Deschamps, che studia diversi accorgimenti. Intanto, piazza Pogba davanti alla difesa, in posizione di regista basso, e alza Kantè per fermare la costruzione di Moutinho: in pratica i due si scambiano le posizioni, ma non i compiti. La mossa è importante per la Francia, perchè regala a Pogba qualche secondo in più per pensare alla giocata, con esiti che saranno a tratti celestiali.
Hernandez, a sinistra, gioca molto avanzato, per andare a supportare e coprire l’asse fra Ronaldo e Diogo Jota. Interessante la scelta del terzo uomo di centrocampo: anzichè Rabiot sul centrosinistra, la scelta cade su Tolisso, piazzato a destra, probabilmente per fermare le discese di Guerreiro impedendogli di portare superiorità numerica insieme a Ronaldo e Diogo Jota.
Per bilanciare la squadra, Mbappè, che altre volte era stato impiegato a destra per rientrare sul sinistro, stavolta gioca sul lato opposto, a sinistra, per rientrare sul destro.

Portogallo corto e aggressivo
Il Portogallo sorprende tutti con un avvio ad alto ritmo. La squadra è corta e aggressiva, e riesce a spingere la Francia a giocare per vie centrali, liberando così le corsie alle sgroppate di Guerreiro (che Tolisso non contiene) e di Bernardo Silva (che però si impegna anche in un oscuro lavoro di raccordo). Non a caso, gli unici pericoli transalpini passano dagli improvvisi cambi di gioco di Pogba, che tagliano in due la difesa portoghese almeno due volte nella prima mezzora.
Il Portogallo passa per primo, su rigore sacrosanto, quando alla mezzora in uscita alta Lloris rifila a Danilo un pugno stile Alì vs Frazier. Il mediano portoghese resta intontito come se lo avesse investito un tir. Dal dischetto, Cristiano Ronaldo non sbaglia.
Per qualche minuto, il Portogallo sembra in controllo delle operazioni, e la Francia un gruppo di ragazzi che per qualche caso indossano maglie dello stesso colore.
Se non che, proprio allo scadere di tempo, a rimettere in corsa i francesi ci pensa l’arbitro, che punisce una diagonale di Semedo (ruvida ma regolare) con un rigore francamente indecente, che un Var ancor più indecente nei suoi meccanismi non ha il potere di revocare. Benzema giustamente, non si interessa di come il rigore sia stato dato, ma solo di trasformarlo: 1-1.

Francia più logica
L’intervallo restituisce una Francia più logica. Deschamps fa una cosa intelligente: chiude il libro della tattica e lascia Pogba più libero di svariare, e così ne aumenta l’impatto sulla partita.
E infatti, su un altro lancio di Pogba, Benzema entra in area e in diagonale batte Rui Patricio per il 2-1: alla Francia è bastato giocare da Francia 10 minuti per portarsi avanti.
I francesi sembrano per qualche minuto padroni del campo, ma la contesa si arricchisce presto di nuovi spunti: al 52° Digne, appena entrato al posto di Hernandez, si fa male. Deschamps con coraggio fa entrare Rabiot, che non è un terzino e infatti a sinistra agirà da laterale a sostegno.

Francesi a trazione anteriore
Poco dopo, però, il Portogallo pareggia, per un errore tanto veniale quanto marchiano di Koundè che devia scoordinatamente un cross con la mano. Ronaldo non è certo tipo da farsi impietosire: 2-2.
Deschamps corre ai ripari: toglie Tolisso e inserisce Coman, varando una squadra ultraoffensiva, dove è il superiore senso tattico di Griezmann (che arretra a mezzala offensiva), a tenere legati i reparti.
Per un po’ i galletti fanno vedere le cose migliori: una manciata di minuti dopo, ci vuole un grandissimo Rui Patricio per opporsi a un Fantastico tiro da fuori di Pogba e poi a una conclusione quasi imparabile di Griezmann.
Poi, gradualmente, l’intensità scende, e le notizie che arrivano da Monaco, dove alla fine la Germania (dopo essersela vista brutta) sta domando l’Ungheria, convincono tutti a rallentare. Il pari in fondo non è così male.

Cosa ha detto la partita?
Essenzialmente l’andamento ribadisce che la Francia, per ricchezza della rosa, qualità tecniche e profondità di alternative, è la squadra da battere. Tantopiù che ora il suo cannoniere designato, Benzema, si è sbloccato.
Ma il Portogallo visto contro i transalpini è una squadra da primissimi posti, con qualità ben distribuita in tutti i reparti e un centrocampo che, grazie al ritrovato Renato Sanches, ha guadagnato molto spessore.
Il risultato ci regala negli ottavi un altro classico: Germania-Inghiterra, e manda la Francia ad affrontare la non irresistibile Svizzera, mentre per il Portogallo ci sarà la difficile sfida col Belgio, in una metà alta di tabellone che include anche l’Italia.

Massimo Prosperi

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