Locatelli fa le cose per bene.
Dopo il 3-0 alla Turchia, la domanda era nata spontanea: ma siamo forti noi, o sono scarsi i turchi?
Dopo il secondo turno, la risposta è che sono probabilmente vere entrambe le affermazioni.
Di certo non è scarsa la Svizzera (N°13 del ranking FIFA, dove noi siamo al 7° posto). Ma nella sfida con gli azzurri, la differenza è emersa netta e impietosa
Primo tempo
Dopo sette minuti di studio in cui la Svizzera prova a restare alta, l’Italia esce dal guscio, alza il baricentro e comincia la sua partita, fatta di insistito pressing nella metà campo avversaria, intelligente sfruttamento degli spazi e forte presenza dei centrocampisti nelle azioni offensive.
L’idea di Petkovic
Petkovic, che come tutti gli allenatori slavi è astuto e navigato per definizione, ha chiara un’idea: bisogna tenere fermi i due terzini, soprattutto Spinazzola. Per mettere in pratica l’idea, chiede a Mbabu di spingere, sperando di costringere l’italiano a restare basso. La mossa però non funziona.
Meglio dall’altra parte dove la posizione ibrida di Shaqiri, che spessissimo si sposta a sinistra per creare superiorità numerica, induce Di Lorenzo a un atteggiamento più prudente.
Contromosse di Mancini
Mancini non si scompone e indica a Berardi (che era partito con due tagli centrali) di restare largo, mentre dall’altra parte Insigne spesso taglia fin sulla trequarti, liberando spazio per Spinazzola sulla corsia, ma anche per le incursioni centrali di Locatelli, che è il più a sinistra dei tre centrocampisti. La mossa darà i suoi frutti.
Chiellini
L’Italia segna al 18° con Chiellini su calcio d’angolo. Il gol è annullato per un fallo di mano tanto vistoso quanto probabilmente involontario, ma conferma che l’Italia sui corner ha diverse buone soluzioni. Poco dopo Chiellini si fa male (problema muscolare, fortunatamente non grave) dimostrando una cosa che Mancini farà bene a segnarsi: è ancora il nostro marcatore più forte ma non può più giocare ogni 3 giorni.
Il segno di Locatelli
L’Italia comunque va in gol al 25°. Impressionante doppia giocata di Locatelli, che prima apre verso destra per Berardi, e poi si fa 40 metri in verticale per andare a prendere il cross del compagno. La difesa svizzera, che sin dall’inizio ha scelto di giocare uomo contro uomo, si scopre troppo esposta, anche perché i due mediani Xhaka e Freuler non sono mai in linea, ma quasi sempre giocano disposti in verticale, uno su Jorginho e uno su Barella. Dimenticandosi qualcuno…
Secondo tempo
Tatticamente il secondo tempo è interessante, ma meno cervellotico del primo. La Svizzera cambia tipologia di attacco, inserendo via via uomini veloci al posto di elementi fisici, ma non cava un ragno dal buco in quanto la difesa italiana ha buone qualità anche dinamiche.
Il 2-0 di Locatelli poi è un toccasana, perché di fatto chiude la partita.
Il 3-5-2 di Mancini
Quando a un certo punto la pressione svizzera si fa più forte, perché Gavranovic col suo movimento sposta la difesa esponendola a inserimenti che la mettono in inferiorità numerica centralmente, Mancini saggiamente si mette a specchio e vara una difesa a tre che spegne le ultime velleità elvetiche
Nel frattempo Immobile, dopo aver sbagliato così tante palle gol da farci una sagra, azzecca un tiro da fuori che trova impreparato Sommer e fa 3-0.
Persino troppo, forse. Ma un’Italia così travolgente non si vedeva da tanti anni.
Resta un solo, personalissimo dubbio. Non staremo sprecando troppe energie?