Italia-Turchia: 58 minuti e poi il diluvio

Italia-Turchia: 58 minuti e poi il diluvio

L’Italia apre l’Europeo rifilando un pesante 3-0 alla Turchia, regalando lampi di bel gioco nel secondo tempo, dopo una prima frazione complicata.

Gli schieramenti
Mancini ripropone il 4-3-3 visto con la Repubblica Ceca, senza sostanziali variazioni. In difesa, due esterni propositivi, di cui uno, Spinazzola, schierato molto alto, a supportare sulla sinistra un centrocampo a tre dove Barella ha il compito di inserirsi e Locatelli e Jorginho quello di legare il gioco e impostare. In avanti, Insigne libero di giostrare a piacere, mentre Immobile resta perno centrale e Berardi è di fatto la seconda punta che partendo largo dalla destra taglia regolarmente al centro con inserimenti improvvisi
Nella Turchia, il 4-2-3-1 dichiarato da Gunes si dispone immediatamente come 4-1-4-1 molto difensivo e molto stretto. In difesa, Celik, a destra, sarebbe il fluidificante, ma è bloccato dalle avanzate di Spinazzola, che obbliga anche Karaman a sfiancarsi in lunghi recuperi. A centrocampo, Yokoslu è l’elemento equilibratore, con Cahlanoglu schierato a sinistra con il compito di accentrarsi a riempire gli spazi lasciati da Tufan. In avanti, Ylmaz è chiamato a muoversi da destra a sinistra per favorire gli inserimenti dei centrocampisti che però non arrivano mai.

Primo tempo: partita bloccata
Per tutto il primo tempo, il piano difensivo dei turchi, che restano bassi e difendono stretti intasando il centrocampo, sostanzialmente funziona. Jorginho, che ha sempre Tufan a schermarlo, non riesce mai a proporsi per smistare il pallone. Demiral si attacca a Immobile mentre Yokoslu è fondamentale sia per fermare gli inserimenti di Barella che per raddoppiare sui tagli al centro di Berardi, che quasi sempre supera il mediocre Meras.
Nelle intenzioni dei turchi c’è l’idea di lasciare all’Italia il gioco sulle fasce, impedendo i riferimenti centrali, e in effetti tutte le azioni più interessanti nascono unicamente dai tagli di Berardi, dalle scorribande di Spinazzola, devastante sulla corsia, o da qualche idea di Insigne, che però nel primo tempo appare molto impreciso.
La partita è bloccata, e l’azione più pericolosa per l’Italia è al 22° su calcio d’angolo. La Turchia difende a zona e abbocca a un trucco vecchio come il mondo, ma che a volte funziona ancora: tre azzurri sotto porta escono verso il limite dell’area e altri due partono da dietro e si inseriscono. Uno di loro è Chiellini che per poco non segna. Dall’angolo successivo, la Turchia difende a uomo (con Demiral su Chiellini e Soyuncu su Immobile).
Un’altra occasione capita al 32° a Immobile su salto a vuoto di Soyuncu, ma sostanzialmente lo 0-0 del primo tempo è uno specchio di una partita dove l’Italia non è mai riuscita a tirare da dentro l’area.

Secondo tempo: il banco salta
Nella ripresa, posizioni più o meno identiche. Unica variazione nell’Italia è data dal cambio di Florenzi con Di Lorenzo, che parte più alto e porta in parità il conto a centrocampo (la Turchia aveva 5 uomini, ora anche l’Italia, con i 3 centrocampisti rinforzati da Spinazzola e appunto Di Lorenzo). Tanto basta per togliere la mediana ai turchi che si rintanano nella loro area.
E il banco salta al 53° con un altro taglio di Berardi, che stavolta crossa teso e trova un goffo intervento di Demiral per l’1-0.
Gunes a questo punto fa un errore. Toglie Yokoslu, che non stava facendo nulla in costruzione, ma era molto efficace come schermo difensivo, e inserisce Kahveci. Da quel momento grandina. La Turchia si alza e lascia delle praterie davanti a una difesa esposta all’uno contro uno. L’Italia va a nozze: avanza a folate, e soprattutto Barella, non più contenuto, porta la superiorità numerica. Sulla fascia sinistra, Spinazzola rompe gli argini e diventa incontenibile. Matura così il 2-0 di Immobile, che al 66° (due minuti dopo l’uscita di Yokoslu) va a ribadire in gol un tiro di Spinazzola respinto da Cakir.
C’è ancora tempo per il gol di Insigne, che nasce da una palla persa dalla difesa turca, ormai completamente demoralizzata, poi i cambi di Mancini, fatti per salvaguardare i garretti di qualche giocatore, annacquano il brodo. Ma ormai i giochi sono fatti.

Conclusioni
Per la Turchia, due passi indietro rispetto alle belle prove in amichevole con Francia e Olanda, e la sensazione che la squadra non possa giocare con un attacco così isolato.
Per l’Italia, tre punti fondamentali, che forse sono stati anche più facili del previsto. Attenzione però: per quasi un’ora, la Turchia ha tolto agli azzurri l’area di rigore…

Massimo Prosperi

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