Ali Sami “il vittorioso”

Il nome di Ali Sami Frashëri non si trova scritto nella storia del gioco del calcio. Eppure, questo signore, nato sulla riva asiatica del Bosforo, a Kandilli, un distretto del sobborgo di Üsküdar (oggi inglobato irrimediabilmente nella capitale Istanbul) ha lasciato un segno profondo nella storia calcistica (e non solo) della Turchia con il nome di Ali Sami Yen.
Nato da una famiglia originaria dell’Albania (suo padre, il quasi omonimo Sami Frashëri era un famoso poeta e scrittore albanese), seguì il suo corso di studi in una delle scuole più prestigiose della capitale, la Galatasaray High School e insieme ad alcuni compagni, nell’ottobre del 1905, decise di creare all’interno dell’istituto una squadra di calcio.
In effetti, il calcio era già praticato a Istanbul da almeno cinque o sei anni, ma il governo ottomano cercava di tenere la popolazione locale lontana dalla sua pratica. Nel 1904 era stata fondata la Constantinople Football League, alla quale però partecipano esclusivamente club stranieri. Ai giocatori turchi viene di fatto proibito partecipare.
Obiettivo dichiarato di Ali Sami era “Giocare insieme come gli inglesi, avere un colore, un nome e affrontare e battere le squadre non turche”.
Inizialmente per il club vengono proposti i nomi Gloria o Audacia. Successivamente si opta invece per Galatasaray, lo stesso nome della scuola, ma anche legato ad un’altra origine onomastica. Secondo Cem Atabeyoğlu perché i tifosi, durante la prima partita non ufficiale, nella quale Ali Sami e compagni, semplicemente classificati come “Another team” sconfissero un club greco, si riferirono ai giocatori chiamandoli “i gentiluomini del palazzo Galata”. Il palazzo Galata, ovvero Galata Sarayi è il nome del distretto dove venne fondata la Galatasaray High School, e da quel giorno è anche il nome della squadra.
Nasce così il Galatasaray Sports Club, e quanto ai colori sin dall’inizio nessuno aveva avuto dubbi: “Stavamo immaginando la luminosità del fuoco giallo-rosso sulla nostra squadra e pensando che ci avrebbe portato da una vittoria all’altra”.

I problemi arrivano appunto quando si tratta di giocare: infatti, per impedire la disputa di partite con in campo squadre turche, nella pachidermica burocrazia dell’Impero non ci sono leggi che regolano le associazioni, dunque il club non può essere registrato ufficialmente. Si limita quindi a giocare partite semiclandestine, finchè con la Legge dell’Associazione del 1912, il vuoto viene finalmente colmato.
Ali Sami Frashëri oltre a essere fra i fondatori, è anche il primo presidente del club per 13 anni, tra il 1905 e il 1918 (e lo sarà di nuovo per un breve periodo nel 1925), ma soprattutto si segnala da subito per le sue competenze nei vari aspetti del gioco, da calciatore, tecnico e dirigente, quando il calcio nell’Impero Ottomano è ancora uno sport più che pionieristico, tanto che nel 1914, come abbiamo già raccontato, gli viene dato anche l’incarico di selezionare e allenare la nazionale ottomana durante la sua prima partita internazionale, contro la Romania. Non va benissimo, ma questo non frena la sua carriera di tecnico e dirigente tanto che nel 1923 sarà ancora lui l’allenatore della prima uscita della nazionale della Turchia, ancora contro la Romania.
Ma non basta: dal 1926 al 1931 è il Presidente del Comitato Olimpico Turco e nel 1934 finalmente compie il gesto che lo farà passare alla storia: cambia cognome.
Il 21 giugno di quell’anno infatti entra in vigore una legge che stabilisce l’obbligo per tutti i cittadini turchi di assumere un cognome o un nome di famiglia (che prima non esisteva, almeno nel senso occidentale moderno, in quanto la precedente onomastica era modellata sullo stile arabo-musulmano). Decide così di affiancare al suo nome Ali Sami la parola Yen, declinazione del verbo “yenmek” che letteralmente significa “Vinci”, e così viene ricordato ancora oggi, come Ali Sami Yen, padre del calcio e dello sport turco (come Presidente del Comitato Olimpico, si deve a lui un forte impulso alla pratica del basket, per esempio).
Deceduto nel 1951, è sepolto nel cimitero di Feriköy a Istanbul.
Nel 1964, avendo costruito un nuovo stadio, nel centro della città, nel quartiere di Mecidiyeköy, il Galatasaray decise di intitolarlo a suo nome, e per oltre mezzo secolo “l’inferno dell’Ali Sami Yen” è stato uno dei grandi fattori delle fortune del club giallorosso, in Turchia e non solo, fino a quando, nel gennaio 2011, il club si è trasferito nella sua nuova casa nello stadio Türk Telekom nel quartiere Seyrantepe mentre il vecchio stadio è stato demolito: un autentico peccato per tutti gli appassionati di calcio.