Storia della Champions League: l’Inghilterra domina l’Europa (1979-1982)
A cura di Mark Menozzi
Le due vittorie del Liverpool, e quella inattesa del Nottingham Forest, avevano segnato una netta predominanza del calcio inglese in Europa. E se la Nazionale d’Inghilterra arrancava, mancano la seconda qualificazione di fila ai Mondiali, nel 1978, i suoi club invece si imponevano. Le squadre inglesi potevano schierare i giocatori provenienti dal resto della Gran Bretagna, senza considerarli stranieri, ma a conti fatti non fu un vantaggio troppo decisivo, in quanto Liverpool e Nottingham erano comunque per lo più formate da giocatori inglesi. Nemmeno tatticamente e tecnicamente erano più evolute. Quindi a cosa si deve questo dominio? Probabilmente il ritmo molto alto tenuto e una buona predominanza fisica, unito alla presenza comunque di giocatori più che validi, e di ali molto capaci, rappresentava la chiave di queste vittorie. Anche perché in Coppa delle Coppe e Coppa UEFA, non ottennero medesimi risultati. C’era poi da dire che andare a giocare in Inghilterra, era sempre insidioso, su campi difficili, con un tifo ossessivo.
1979-1980 NOTTINGHAM FOREST
Figura 1 I club inglesi dominano la Coppa dei Campioni, anche se non quelli di Londra
La vittoria a sorpresa del Nottingham Forest, apriva interessanti scenari, per questa nuova edizione. Nonostante non fossero i detentori, il Liverpool godeva dei favori del pronostico. Il Real Madrid come ovvio, partiva nel gruppo di testa, con Amburgo e Milan, che rappresentava l’Italia. Il Nottingham Forest non partiva favorito, sia perché la sua vittoria fu considerata un evento unico, sia perché la società aveva compiuto alcune cessioni delicate, e i nuovi arrivati non parevano all’altezza. Sono 33 le iscritte, quindi si rende necessario un turno preliminare, che è il derby irlandese fra Dundalk e Linfield, delicato per possibili incidenti. A passare sono i rappresentanti dell’Eire del Dundalk.
Il primo turno vede un equilibrio abbastanza marcato, con poche goleade. Ne spicca però una, con l’Ajax che vince 8-1 sia in casa che in trasferta contro l’HJK Helsinki. Segna sette gol in due gare l’Omonia contro i Red Boys Differdange (Lussemburgo). Vanno avanti senza patemi anche Strasburgo, Celtic Glasgow, Dynamo Berlino, Amburgo, Servette e Real Madrid. Sfida intensa fra Hajduk Spalato e Trabzonspor, con i primi che vincono 1-0 entrambe le sfide. Passano col minimo scarto Argest Pitesti (sull’AEK Atene), Dukla Praga (sull’Újpest Dosza), Vajle sui semifinalisti uscenti dell’Austria Vienna, e il Dundalk continua la sua corsa eliminando l’Hibernians. Il Nottingham Forest vince 2-0 l’andata con una doppietta di Bowyer. Al ritorno in Svezia con l’Öster fanno 1-1 e avanzano. Il Liverpool vince ad Anfield 2-1 con reti di Johnson e Case, ma una rete per la Dinamo Tbilisi di Chivadze lascia aperta la qualificazione. In Georgia i rappresentanti dell’URSS, sciorinano tutta la loro forza, ancora Chivadze, Shengeliya e Gutsaev firmano un clamoroso 3-0, che segna la seconda eliminazione consecutiva per i Reds al primo turno.
Il Milan affronta il Porto. Sulla carta un turno ostico, ma non proibitivo. In Portogallo arriva un buon 0-0. Ma a Milano una rete di Duda, esclude i rossoneri prima che possano carburare.
Il secondo turno, con l’uscita di due colossi come Milan e soprattutto Liverpool, ha il compito di delineare la situazione. Come l’anno prima il Nottingham prende il ruolo di favorito. Un secco 4-1 aggregato ai rumeni dell’Argest, lascia pochi dubbi sulla voglia di conferma dei ragazzi di Clough. Fa paura l’Ajax che ne rifila dieci all’Omoni, con una cinquina di Lerby. Ma la consistenza di HJK e dei ciprioti è quella che è. Il Real Madrid elimina il Porto con una rete in trasferta dell’inglese Cunningham. Il Celtic stoppa la corsa del Dundalk con un bel 3-2 in casa. Lo Strasburgo rimonta la sconfitta di misura a Praga contro il Dukla con una rete di Piasecki, e nei supplementari Decastel regala i quarti. Passano anche Hajduk Spalato sul Vejle e Dynamo Berlino sul Servette. La Dinamo Tbilisi è assunta a possibile sorpresa con l’eliminazione del Liverpool, ma si scioglie ad Amburgo. Gli anseatici vincono 3-1 in casa con una grande prestazione di Keegan, che vendica la sua ex-squadra. L’Amburgo andrà a vincere anche sul Caucaso per 3-2.
I quarti vedono due enormi sorprese all’andata. La Dynamo Berlino va a vincere a Nottingham contro i detentori, con rete di Riediger, mentre il Celtic Glasgow annichilisce il Real Madrid 2-0. Il ritorno ribalta tutto. Il Nottingham va a dare spettacolo a Berlino, una doppietta di Francis e una rete di Robertson sanciscono l’impresa. Il Real Madrid fa 3-0, facendo valere il fattore Santiago Bernabeu. L’Amburgo vince in casa con una rete di Reimann, contro l’Hajduk. Al ritorno i croati vincono 3-2, ma una rete di Hrubesch, risulta decisiva per i tedeschi. L’Ajax va in scioltezza con lo Strasburgo. 0-0 in Francia, poi largo 4-0 ad Amsterdam.
Figura 2 Il danese Soren Lerby, capocannoniere di Coppa
Le semifinali paiono decidersi all’andata con un doppio 2-0 del Nottingham sull’Ajax e del Real Madrid sull’Amburgo. Al ritorno non basta ai Lancieri una rete del capocannoniere di Coppa Soren Lerby, e i detentori vanno in finale. Ad Amburgo avviene l’incredibile! Le doppiette di Kaltz e Hrubesch e un centro di Memering, fissano un clamoroso 5-1 per i tedeschi.
La finale si gioca a Madrid, al Santiago Bernabeu, il 28 maggio del 1980.
Come detto in pochi pensavano ad una riconferma del Nottingham Forest, che comunque si era ben comportato. Qualche cessione pareva aver indebolito la squadra, che oltretutto aveva dovuto rinunciare a Francis per un infortunio al tendine d’achille. Davanti a Shilton riconfermati Anderson, Lloyd e Burns, con lo scozzese Frank Gray arrivato in estate dal Leeds, come terzino sinistro. In mezzo McGovern, con due mezz’ali di movimento, come Bowyer e Mills. Il duttile nordirlandese Martin O’Neil a fungere da cursore a destra, Robertson ala sinistra e Birtles di punta.
L’Amburgo allenato dallo jugoslavo Branko Zebec, era arrivato in finale con autorità, eliminando Dinamo Tbilisi, Hajduk e soprattutto Real Madrid. In porta Kargus, davanti il libero di posizione Nogly, con i centrali Jakobs e lo jugoslavo Buljan in mezzo, e come terzini Kaltz a destra e Memering a sinistra. A centrocampo i muscoli e l’abilità tattica di Hyeronimus al servizio della lucida regia di Magath, con Keegan sulla trequarti. Davanti il mobile Reimann e Milewski. Il bomber Hrubesch parte dalla panchina per qualche acciacco.
Clogh imposta una partita d’attesa, con l’Amburgo nel ruolo di mattatore, che però vede un Keegan in tono minore, e quindi non punge. Partita non bella, senza grosse emozioni. La sfida era iniziata bene per, quando intorno al ventesimo sale Lloyd che appoggia a O’Neil, da lui a Birtles che appoggia a Robertson, Lo scozzese si accentra e fa partire un tiro in diagonale che si insacca alla sinistra di Kargus. Da lì in avanti quasi settanta minuti di niente, con il Nottingham Forest che conquista la seconda Coppa dei Campioni in due partecipazioni.
FINALE 1980
NOTTINGHAM FOREST – AMBURGO 1-0 (Madrid, Santiago Bernabeu, 28/5/1980)
Nottingham Forest: Shilton, Anderson, Gray (dal 78’ Gunn), McGovern, Lloyd, Burns, O’Neil, Bowyer, Birtles, Mills (dal 67’ O’Hare), Robertson. All.re: Brian Clough.
Amburgo: Kargus, Kaltz, Memering, Nogly, Jakobs, Buljan, Keegan, Hieronymus (dal 46’ Hrubesch), Reimann, Magath, Milewski. All.re: Branko Zebec
Arbitro: Antonio Garrido (Portogallo)
Marcatori: 20’ Robertson
Figura 3 Il portiere Peter Shilton, uomo dei record di presenze
FOCUS: PETER SHILTON
Peter Leslie Shilton, conosciuto solo come Peter, è un monumento imprescindibile del calcio inglese. Uomo dei record. Cresciuto nelle giovanili del Leicester, esordì a soli diciassette anni, col compito ingrato di essere l’erede del leggendario Gordon Banks. Esordì nella Nazionale Inglese nel 1968, ma attese anni prima di diventare titolare, avendo come concorrenti lo stesso Banks, e Ray Clemence del Liverpool. Nel 1974 passò allo Stoke City, e dopo tre anni fu voluto da Brian Clough al Nottingham Forest. In pratica diede sicurezza alla difesa, vincendo subito la Coppa dei Campioni, e per due edizioni consecutive, risultando spesso decisivo.
Portiere di posizione, lasciava poco allo spettacolo, ma era incredibilmente efficiente. Dotato di un fisico impotente, era un muro intimorente per gli avversari.
Giocò ben oltre i quaranta, ritiratosi nel 1997, alla soglia dei cinquanta, essendo nato nel 1949..
Ha disputato 1390 incontri in tutto (record), di cui 125 con la Nazionale inglese. Vanta il record di partite senza subire reti nella fase finale del Mondiale, ben 10, fra il 1982 e il 1990.
Come detto, un vero monumento del calcio.
CLASSIFICA MARCATORI
> 10 RETI
Soren Lerby (Ajax)
> 7 RETI
Hrost Hrubesch (Amburgo)
Ton Blanker (Ajax)
> 6 RETI
Sōtīrīs Kaïafas (Omonia)
1980-1981 LIVERPOOL
La doppietta di vittorie del Nottingham Forest, lo fece inserire fra i protagonisti anche in questa edizione. Ancora una volta però il Liverpool sulla carta era superiore, e con Bayern Monaco e Real Madrid era inserito fra i favoriti. Anche l’Inter, rappresentante dell’Italia era fra le possibili protagoniste. Il problema dei club nostrani era ormai il perdurante blocco agli stranieri, che impediva di assoldare i fuoriclasse esteri. Proprio quell’estate il blocco fu sospeso, e la stessa Inter fece arrivare l’austriaco Prohaska. Ancora ranghi completi con 33 squadre ai nastri di partenza, e quindi Turno di Spareggio, che vede la gloriosa Honved vincere 8-0 a Budapest contro il La Valletta, per poi andare a espugnare 3-0 Malta.
Il primo turno non è esente dalle tradizionali goleade. Il Liverpool fa 1-1 a Oulu con l’OPS, ma ad Anfield fa 10-1 con Souness, McDermott e Fairclought sugli scudi. Lo Spartak Mosca demolisce lo Jeunesse d’Esch 5-0 e 4-0. Il Real Madrid contro il Limerick fa 2-1 in Repubblica d’Irlanda, per poi dilagare 5-1 a Madrid. Il Bayern espugna Il Pireo superando 4-2 l’Olympiakos, per poi fare 3-0 in casa. 7-3 complessivo anche per la Stella Rossa Belgrado sui norvegesi del Viking. Passano facile anche il Basilea sul Club Bruges, l’Honved sullo Sporting Lisbona, il Nantes sul Linfield e l’Aiax sulla Dinamo Tirana. Lo Szombierki Bytom ribalta dopo un 1-2 in Turchia, travolgendo 3-0 il Trabzonspor in casa. Passano di misura l’Esbjerg in un “derby” scandinavo sull’Halmstad, il Banik Ostrava sugli islandesi del IBV, e basta un gol di McGee all’Aberdeen (Scozia) per eliminare l’Austria Vienna.
Il Nottingham bi-campione in carica affronta il forte CSKA Sofia. In Bulgaria Yontchev fissa un 1-0 che i ragazzi di Clough sono sicuri di ribaltare. Ma in casa una rete di Kerlmov taglia le game agli inglesi, che escono. Finisce la breve, ma eccezionale, epopea del Nottingham Forest, che resta l’unica squadra a vantare più Coppe dei Campioni che titoli nazionali.
L’Inter affronta i rumeni della Universitatea Craiova. A San Siro decide una doppietta di Altobelli, e in Romania non serve il gol di Beldeanu per ribaltare, perché Muraro chiude tutto sull’1-1.
Figura 4 Il grande Terry McDermott, uno dei simboli di quel Liverpool
Il secondo turno non vede grosse sorprese. Il Liverpool spazza via 1-0 e 4-0 l’Aberdeen, medesimi punteggi per CSKA Sofia sui polacchi del Bytom. Il Bayern Monaco chiude tutto all’andata con un 5-1 all’Ajax, con le doppiette di Hoeness e “Kalle” Rummenigge. Il Real Madrid avanza in scioltezza contro la Honved. La Stella Rossa perde in Svizzera di misura contro il Basilea ribalta 2-0 e va avanti. Lo Spartak Mosca vince 3-0 in casa e poi rischia in Danimarca dove l’Esbjerg vince 2-0. Doppio pareggio fra Banik Ostrava e Dinamo Berlino, a decidere un gol di Troppa in Germania Est.
L’Inter è corsara in Francia, sul campo del Nantes, con reti di Altobelli e Prohaska, che fissano un 2-1 decisivo. A Milano è 1-1, e nerazzurri ai quarti.
Quarti che come al solito si disputano la primavera seguente.
Il Real Madrid fa 0-0 in URSS contro lo Spartak, e sul campo amico, Isidro e Pineda fissano un secco 2-0.
Il Liverpool “spiana” il CSKA Sofia, 5-1 ad Anfield, con tripletta di Souness. Va a vincere anche 1-0 in Bulgaria con gol di Johnson.
Il Bayern Monaco fa 2-0 sul Banik Ostava in casa, poi va a vincere 4-2 in Cecoslovacchia.
L’Inter si mette nei guai a San Siro, facendosi pareggiare da un gol di Repcić, per i nerazzurri segna Caso. A Belgrado contro la Stella Rossa, partita ostica, ma una rete di Muraro qualifica i nerazzurri.
In semifinale due sfide assai nobili.
Il Real Madrid vince 2-0 al Bernabeu contro l’Inter con reti di Santillana e Juanito. A San Siro Bini segna, facendo sognare una rimonta, che non si concretizza.
Liverpool e Bayern Monaco è all’insegna dell’equilibrio. 0-0 in Inghilterra e 1-1 in Baviera, e Reds che tornano in finale.
Figura 5 Santillana autentica bestia nera dei nerazzurri
Finale che si gioca a Parigi, al Parco dei Principi, il 27 maggio del 1981.
Dopo due anni il Liverpool ritrova la finale di Coppa dei Campioni. Non sono troppo diversi dall’ultima vittoria. In porta c’è ancora Clemence, in difesa a destra Neal, in mezzo Thompson e Hansen. A centrocampo Kennedy, McDermott e Souness. In attacco Dalglish in appoggio a Johnson. Fra i nuovi l’altro Kennedy, Alan, in difesa a sinistra e a centrocampo Lee.
Il Real Madrid torna ad una finale, la sua nona, dopo quindici anni. A guidarlo il saggio Vujadin Boskov. Davanti al portiere Agustin i centrali Garcia Navas e Sabido, coperti dal mediano e libero davanti alla difesa Uli Stielike. Sulle fasce come terzini l’altro Garcia, Cortés a destra, e il rude Camacho a sinistra. A centrocampo la lucida geometria di Vicente Del Bosque e la classe di Ángel de los Santos. In attacco: a destra il tecnico attaccante Juanito, a sinistra l’ala inglese Laurie Cunningham, e in mezzo il micidiale Santillana.
Su un campo umido la partita non è nulla di speciale, ma il Real parte bene prendendo una traversa con Juanito. Il Liverpool è pericoloso con McDermott e Souness. Nella ripresa salgono i Reds, che sbloccano a nove dalla fine con un’incursione di Alan Kennedy, che regala il gol partita.
Per il Liverpool è la terza vittoria in Coppa dei Campioni.
FINALE 1981
LIVERPOOL – REAL MADRID 1-0 (Parigi, Parco dei Principi, 27/5/1981)
Liverpool: Clemence, Neal, A. Kennedy, R. Kennedy, Thompson, Hansen, Dalglish (dall’87’ Case), Lee, Johnson, McDermott, Souness. All.re: Bob Paisley
Real Madrid: Augustin, Garcia Cortés (dall’87’ Pineda), Camacho, Stielike, Sabido, Garcia Navajas, Juanito, Del Bosque, Santillana, Angel, Cunningham. All.re: Vujadin Boskov
Arbitro: Károly Palotai (Ungheria)
Marcatore: 81’ A. Kennedy.
Figura 6 Lo scozzese Graeme Souness, centrocampista dal gol facile
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FOCUS: GRAEME SOUNESS
Graeme James Souness, è stato uno dei massimi rappresentanti della formidabile generazione scozzese del suo periodo, insieme ai vari Dalglish, Archibald, Stachan e Hansen.
Nato ad Edimburgo nel 1953, giocò però per un club scozzese solo nel 1986, essendo maturato nelle giovanili del Tottenham. Fu al Middlesbrough che si impose, prima di passare al Liverpool nel 1978. Era un centrocampista di notevole doti tecniche, abile nel dribbling e con medie realizzative da attaccante. Dei Reds fu un perno vitale fino al 1984, vincendo tre Coppe dei Campioni. Fece poi un’esperienza in Italia nella Sampdoria, dove incrociò Trevor Francis. Chiuse poi nei Rangers.
Grande agonista, al termine della sua carriera, il The Sun lo definì «il giocatore più falloso di sempre», esagerando sicuramente.
CLASSIFICA MARCATORI
> 7 RETI
Graeme Souness (Liverpool)
> 6 RETI
Terry McDermott (Liverpool)
Karl – Heinz Rummenigge (Bayern Monaco)
> 5 RETI
Zvetan Yontchev (CSKA Sofia)
1981-1982 ASTON VILLA
Con il Liverpool grande favorito, come ormai da un lustro, parte anche questa edizione della Coppa dei Campioni. Fra le favorite anche Bayern Monaco, semifinalista l’anno prima, guidato dal due volte Pallone d’Oro, Kalle Rummenigge. La Juventus e la Real Sociedad erano inserite a ridosso delle favorite, con il Benfica e l’Aston Villa. Il club di Birmingham, campione a sorpresa in Inghilterra l’anno prima, era inserito come possibile outsider a prescindere, visto che le inglesi vincevano la Coppa da cinque anni. Era una buona squadra, forgiata con cura dal manager Ron Saunders, che l’aveva presa in Seconda Divisione e riportata in vetta dopo decenni. Ancora una volta è necessario un turno preliminare, di alto livello, dove la Dynamo Berlino elimina i francesi del Saint-Etienne.
Il primo turno non sarebbe tale, senza goleade. Il Liverpool ritrova, come l’anno prima l’OPS. Questa volta fa “solo” otto reti. Ne fa dieci in due partite la Stella Rossa Belgrado all’Hibernian, grazie soprattutto ad un 8-1 interno. Sette aggregati, l’esordiente Aston Villa, con White e Shaw, sugli scudi. Passano larghi anche Bayern Monaco, Benfica, Anderlecht, Glentoran Belfast, gli olandesi dell’AZ Alkmar e il Banik Ostrava. Di misura la qualificazione per Universitatea Craiova sull’Olympiakos, Dynamo Kiev su Trabzonspor e Austria Vienna sul Partizan Tirana. Al CSKA Sofia basta una rete di Yontchev in casa, per eliminare la Real Sociedad. Si qualificano grazie ai gol in trasferta Dynamo Berlino e KB Copenhagen.
La Juventus affronta il temibile Celtic Glasgow, che passa col minimo scarto in casa, per via di uno sfortunato autogol di Scirea. Al ritorno Virdis pareggia il conto, e poi un Bettega in forma scintillante da la qualificazione ai bianconeri.
Il secondo turno vede sfide per buona parte molto equilibrate. Il Liverpool impatta 2-2 ad Alkmar con l’AZ. In casa la sfida sembra destinata ai supplementari, ma un gol di Hansen regala la qualificazione ai detentori. Va via bene il Bayern Monaco, che dopo un pareggio a reti bianche in Portogallo, batte in casa il Benfica 4-1, con una tripletta di Breitner. Medesimo risultato interno per il Craiova, dopo la sconfitta di misura in Danimarca contro il KB Copenhagen. La Stella Rossa ribalta a Belgrado lo 1-3 di Ostrava contro il Banik, con uno squillante 3-0. Il CSKA Sofia vince bene in casa per 2-0, andando a Belfast sicura, ma le reti di Cleary e Manley portano il Glentoran ai supplementari, dove però un gol di Alioche, qualifica i bulgari. La Dynamo Kiev elimina l’Austria Vienna con una rete di Bal in Austria. L’Aston Villa è corsara a Berlino contro la Dynamo, con una doppietta di Morley, che ribalta la rete di Riediger. Rischia però al Villa Park, sconfitta da un gol di Terletzki, e passa solo per la regola dei gol in trasferta.
Figura 7 Roberto Bettega, il suo infortunio costò caro alla Juventus
La Juventus affronta l’ostico Anderlecht. A Bruxelles la sfida è presto improba per i bianconeri, superati fisicamente da avversari in palla. Oltretutto in uno scontro con il portiere Muneron, Bettega si distrugge un ginocchio. Una doppietta di Geurts e una rete di Vercauteren fissano un secco 3-1 per i biancomalva, per la Juve a segno Marocchino, uno dei più in palla. A Torino una rete di Brio fa sognare l’impresa, ma priva di Bettega e Paolo Rossi – ancora appiedato dalla squalifica per il Calcio Scommesse – la Juventus non punge, e la rete di Geurts ancora, elimina i bianconeri.
I quarti vedono una grande sorpresa, quando il CSKA Sofia elimina il Liverpool. I Reds vincono di misura in casa, con gol di Whelan. A Sofia Mladenov pareggia, e si va ai supplementari, dove ancora Mladenov castiga i detentori, eliminandoli. Il Bayern Monaco passa con autorità contro l’Universitatea Craiova.
L’Aston Villa è sfavorita contro la Dynamo Kiev, anche perché attraversa un momento difficile in Campionato, tanto che lo storico manager Saunders che l’ha riportata al titolo, è stato licenziato. Ma dopo un coraggioso 0-0 in URSS, i Villans si qualificano al ritorno con reti di Shaw e McNaught. Infine l’Anderlecht elimina con autorevolezza, ed un doppio 2-1, la Stella Rossa Belgrado.
In semifinale il CSKA Sofia, che già ha fatto fuori la rappresentate di Spagna e Inghilterra, ci prova con quella della Germania Ovest. A Sofia vince 4-3 con Yontchev sugli scudi. Ma a Monaco di Baviera, la doppiette di Breitner e Kalle Rummenigge, fissano un 4-0 che non lascia scampo.
L’Aston Villa batte di misura l’Anderlecht a Birmingham, con una zampata di Morley. Tutti si aspettano la reazione dei biancomalva in Belgio, ma la gara termina senza gol, e per l’Aston Villa vuol dire qualificazione.
Figura 8 Uno dei più grandi fuoriclasse di sempre del Bayern Monaco, Paul Breitner e il suo inconfondibile afro
La finale si gioca a Rotterdam, al Feyenoord Stadion, il 26 maggio del 1982.
L’Aston Villa era stata una grossa sorpresa, e la sua escalation, ricordava per molti versi, quella del Nottingham Forest. Il manager Saunders, aveva fin dal ritorno in Prima Divisione nel 1977, costruito la squadra poco per volta. In porta l’esperto Jimmy Rimmer, una sicurezza. In difesa una coppia centrale scozzese, con Ken McNaught e Allan Evans, e come terzini Swain a destra e Williams a sinistra. Lo scozzese Bremner, formava con capitan Mortimer e Cowans un centrocampo solido. In avanti Morley fungeva da raccordo sulla sinistra, per la coppia gol White e Shaw. La squadra però dopo il titolo l’anno prima, era partita malissimo, tanto da rischiare la retrocessione, e a febbraio Saunders era stato licenziato. Al suo posto era arrivato Tony Barton , che si era ritrovato la squadra ai quarti di Coppa dei Campioni.
Il Bayern Monaco era fortissimo. In porta Manfred Müller, con in difesa sulle fasce Drammler e Horsmann, e in mezzo Weiner e Klaus Augenthaler. A centrocampo il perno era l’ex-terzino mancino Paul Breitner, ora splendido metronomo, sostenuto dalla forza di Kraus, dalla classe di Dürnberger a destra e dalla spinta di Mathy a sinistra. Davanti la coppia-gol Hoeneß e Karl – Heinz Rummenigge.
Il Bayern Monaco era nettamente favorito, e come ulteriore tegola per l’Aston Villa arriva dopo solo nove minuti l’infortunio del portiere Rimmer. Al suo posto entra Nigel Spink, solo 23 anni, che negli ultimi cinque anni aveva giocato solo una partita da titolare! Il Bayern attacca, ma i Villans si compattano. Hanno subito solo due gol in tutta la manifestazione. Inoltre Nigel Spink si dimostra assoluto protagonista in porta, parando tutti i tiri dei tedeschi. Al ventiduesimo del secondo tempo, ecco l’incredibile. Sgroppata di Morley sulla sinistra, conclusa con un cross rasoterra in mezzo all’area. Appostato c’è Peter White, che con un piatto calibrato insacca la rete che sblocca la partita.
I tedeschi attaccano a testa bassa, ma sono stanchi e non riescono a superare uno Spink in serata di grazia.
Si chiude con una della maggiori sorprese nella storia della Coppa dei Campioni.
L’Aston Villa, alla prima partecipazione, è Campione d’Europa.
FINALE 1982
ASTON VILLA – BAYERN MONACO 1-0 (Rotterdam, Feyenoord Stadion, 26/5/1982)
Aston Villa: Rimmer (dal 9’ Spink), Swain, Williams, Mortimer, Evans, McNaught, White, Bremner, Shaw, Cowans, Morley. All.re: Tony Barton.
Bayern Monaco: Müller, Dremmler, Horsmann, Breitner, Augenthaler, Weiner, Dürnberger, Kraus (dal 78’ Niedermayer), K. H. Rummenigge, Hoeneß, Mathy (dal 58’ Güttler). All.re: Pál Csernai.
Arbitro: Georges Konrath (Francia)
Marcatore: 67’ White.
Figura 9 Nigel Spink vero eroe per una notte
FOCUS: NIGEL SPINK
Fino alla sera del 26 maggio del 1982, la carriera di Nigel Spink, sembrava destinata a non brillare mai sotto la luce dei riflettori.
Era cresciuto nella giovanili del West Ham, e da qui appena diciottenne, nel 1977, era stato acquistato dall’Aston Villa, per fare il secondo di Jimmy Rimmer. E come tale era stato per cinque anni, giocando una sola partita. Ma dopo nove minuti della finale di Rotterdam, ecco che Rimmer è costretto a uscire per infortunio ad una spalla. E Spink entra.
Probabile che i tifosi dell’Aston Villa, che già credevano che non avrebbero mai potuto battere il Bayern Monaco, pensarono che era davvero finita. E invece come spesso succede, il calcio ne combina una delle sue. Spink sfodera una prestazione incredibile, disarmando l’attacco atomico dei bavaresi, e il gol di White regala la vittoria all’Aston Villa.
Spink diventerà titolare e difenderà la porta dei Villans fino al 1996, con una onestissima carriera. Per la vittoria di quel Villa risultarono forse più decisivi White, Shaw, Morley, Cowans, durante tutto il cammino, ma come non ricordare Nigel Spink, eroe per una notte, quella della finale.
CLASSIFICA MARCATORI
> 7 RETI
Dieter Hoeneß (Bayern Monaco)
> 6 RETI
Karl – Heinz Rummenigge (Bayern Monaco)
> 5 RETI
Paul Breitner (Bayern Monaco)
Willy Geurts (Anderlecht)