Storia della Champions League: il mito del Real Madrid (1955-1958)

Storia della Champions League: il mito del Real Madrid (1955-1958)

di: Mark Menozzi

Nel giro di pochi anni, Gabriel Hanot e i grandi club europei, avevano finalmente un torneo continentale, per eleggere la squadra più forte d’Europa. Deciso il comitato organizzatore, si poteva iniziare. Una piccola nota, prima di partire: uno dei massimi organizzatori, era Santiago Bernabeu, che era anche presidente del Real Madrid.
E proprio il Real Madrid era il grande favorito: vincerà cinque edizioni consecutive. Fino agli anni 60, nessuno riuscirà a batterlo.

1955-56 REAL MADRID

 

Il trofeo nella sua prima forma

Come detto la prima partita, fu giocata il 4 settembre 1955. A Lisbona si affrontarono Sporting e Partizan Belgrado. Il portoghese Martins, per lo Sporting, realizzò il primo gol della storia della Coppa dei Campioni. La gara terminò 3-3. Quattro gol segnò Miloš Milutinović nella gara di ritorno. Fu capocannoniere della manifestazione con 8 reti. Costui era un autentico fuoriclasse, e la sua famiglia era molto legata al calcio, poiché anche i suoi fratelli giocavano. Lui era il più bravo, ma il più famoso divenne il fratello minore Velibor, che tutti però chiameranno “Bora”, buon giocatore, formidabile tecnico giramondo.

Il primo turno vide qualificarsi tutte le favorite. Il Real Madrid non fece fatica col Servette, e anche gli ungheresi del Vörös Lobogó (sui tedeschi del Rot-Weiss Essen) e il Milan si qualificarono.

Da raccontare la sfida del Milan. Il suo avversario era il Saarbrüken, squadra che rappresentava la Saar, ai tempi non una regione della Germania Occidentale, ma uno stato indipendente. Nella gara d’andata il Saarbrüken compì l’impresa di espugnare 4-3 San Siro. Al ritorno il Milan mise le cose a posto, vincendo 4-1 e qualificandosi.

A completare le qualificate, Rapid Vienna, Djurgardens, i forti francesi dello Stade de Reims e l’Hibernian di Edimburgo. Assenti gli inglesi ci pensò la squadra scozzese a tenere alta la bandiera del calcio britannico.

Il secondo turno diede vita ad accoppiamenti interessanti.

L’Hibernian non faticò molto contro gli svedesi del Djurgarden, vincendo sia andata che ritorno.

Un po’ a sorpresa lo Stade de Reims fece fuori il Vörös Lobogó, mettendo in mostra una formidabile linea d’attacco, forte di elementi come Glovacki, Biliard e Templin. Gli elementi in più erano però il perno difensivo Jonquet, il mediano e vero motore della squadra Hidalgo e soprattutto il fantasista Raymond Kopa, nato Kopaszewski, i suoi nonni minatori emigrarono in Francia dalla Polonia ad inizio secolo. Giocatore di gran classe, aveva un dribbling ficcante. Cresciuto come esterno destro, era diventato centravanti di spola, su idea dell’allenatore Albert Batteux, interpretando il ruolo “alla Hidegkuti”.

Il Milan dopo un pareggio a Vienna, maramaldeggiò nella gara di ritorno. 7-1 per i rossoneri con doppiette di Ricagni, e del Pompiere Gunnar Nordahl.

 

Figura 2 La partita fra Partizan e Madrid sulla neve

Il Real Madrid affrontò il Partizan. All’andata al Chamartin (non ancora Santiago Bernabeu), ci fu un facile 4-0. Al ritorno si pensò ad una passeggiata, ma su Belgrado aveva nevicato, e il campo era imbiancato. Le merengue deciso di giocare ugualmente, ma si accorsero dell’errore. Gli jugoslavi erano più abituati a giocare sulla neve, e poi immersero i tacchetti nella benzina, o li scaldarono, per non scivolare. Finì 3-0 per i padroni di casa, che sfiorarono la rimonta.

In semifinale ci fu l’accoppiamento fra Madrid e Milan. Il 4-2 in Spagna eliminò di fatto i rossoneri, che però si presero la soddisfazione di battere i blancos nel ritorno a San Siro per 2-1, con doppietta di Dal Monte.

Lo Stade de Reims batté 2-0 e 1-0 gli scozzesi dell’Hibernian.

La finale ebbe luogo il 13 giugno 1956. Sede, ovviamente, Parigi, data l’influenza decisiva dei francesi sulla nascita del torneo.

Quindi lo Stade giocava quasi in casa. Nelle sei partite giocate i transalpini vantavano quattro vittorie e due pareggi, avevano segnato ben quindici gol, subendone otto. Nonostante l’ottimo cammino il favorito era il Real Madrid, forte in attacco del grande Alfredo Di Stefano, coadiuvato dal connazionale argentino Rial, da Gento e da Joseito.

Ma dopo dieci minuti, i francesi erano avanti 2-0! Reti di Leblond e Templin. Di Stefano non si scompose, segnò al quarto d’ora il primo gol del Madrid e poi passò a dirigere il gioco dei suoi, benché fosse formalmente il centravanti. Poco dopo la mezz’ora Rial pareggio, e il primo tempo finì sul 2-2. Nella ripresa il Madrid prese il controllo del gioco, e tutti aspettavano solo il gol partita dei blancos… ma arrivò quello dei francesi, ad opera di Hidalgo, che beffò la difesa madrinista. Dopo soli sei minuti però, una improvvisa incursione offensiva del mediano Marquitos fu coronata dal gol del pareggio. Ristabilita la parità il Real Madrid, attese sornione l’occasione propizia, che giunse a dieci dalla fine, quando Rial segnò il 4-3.

Il Real Madrid si laureò Campione d’Europa. Un ritornello che sentiremo molto spesso…

FINALE 1956

REAL MADRID – STADE DE REIMS 4-3 (Parigi, Parco dei Principi, 13/6/1956)

Real Madrid: Alonso, Atienza, Lesmes, Muñoz, Marquitos, Zarraga, Joseito, Marchal, Di Stefano, Rial, Gento. All.re: Villalonga

Stade de Reims: Jacquet, Zimny, Giraudo, Siatka, Jonquet, Leblond, Hidalgo, Glovacki, Biliard, Templin. All.re: Batteux.

Arbitro: Ellis (Inghilterra)

Marcatori: 7’ Leblond (S), 10’ Templin (S), 15’ Di Stefano (R), 31’ Rial (R), 62’ Hidalgo (S), 68’ Marquitos (R), 80’ Rial (R)

 

Figura 3 Il leggendario Alfredo Di Stefano con le cinque coppe vinte

FOCUS: ALFREDO DI STEFANO

Fuoriclasse epocale, Alfredo Di Stefano creò il mito chiamato Real Madrid.

Nato nel 1926 a Buenos Aires, crebbe nel vivaio del River. A sorpresa nel 1949 andò ai Millonarios di Bogotà, per guadagnare parecchi dollari. Nel 1953 fu al centro di una controversia di mercato, conteso da Real Madrid e Barcellona. La spuntarono i Blancos. A Madrid giocò fino al 1964, segnando 216 reti in 282 partite. Ma soprattutto trascinò il Real Madrid a vincere le prime cinque Coppe dei Campioni, dove segnò in tutte e cinque le finali. Giocatore irripetibile, forse il primo universale del calcio. Dotato di un carisma immenso, non aveva punti deboli. Per molti (sottoscritto compreso) il più grande di tutti.

CLASSIFICA MARCATORI

RETI

MARCATORI

8

Miloš Milutinović (Partizan Belgrado)

7

Alfredo Di Stefano (Real Madrid)

6

Léon Glovacki (Stade de Reims)
Pétér Palotás (Vörös Lobogó)

1956-57 REAL MADRID

Visto il successo di pubblico, spettacolo e critica della prima edizione, si proseguì senza indugi. Era bastato un anno per rendere la Coppa Campioni già una leggenda. Da sedici le nazioni che chiesero di partecipare furono ventuno. Entrarono gli inglesi, rappresentati dal Manchester United di Matt Busby. L’Italia era rappresentata dalla Fiorentina, che l’anno prima guidata da “Fuffo” Bernardini aveva vinto il primo Scudetto della sua storia. Per la Spagna c’era l’Athletic Bilbao… Aspettate, e il Real? Secondo le regole potevano iscriversi solo i club campioni nazionali in carica, e quindi Real fuori. No, invece. Santiago Bernabeu – molto astutamente – fece inserire una clausola, che consentiva ai detentori della Coppa dei Campioni di poterla difendere l’anno dopo in ogni caso.

Dodici squadre disputarono il primo turno, mentre dieci (fra cui Real Madrid e Fiorentina) erano ammesse direttamente al secondo.

Sorprese quasi nulle. Si qualificarono Manchester United, Borussia Dortmund (sebbene i lussemburghesi dello Spora li costrinsero allo spareggio), Dinamo Bucarest, Slovan Bratislava, Nizza e Athletic Bilbao che eliminò il Porto.

Al secondo turno iniziò la Coppa dei Campioni vera e propria, con tutte le favorite.

 

Figura 4 La fortissima Honved degli anni 50

Fra queste la Honved Budapest, forte di fuoriclasse come Ferenc Puskás e Sandor Kocsis, una squadra davvero leggendaria. La sua avventura in Coppa dei Campioni fu però di brevissima durata. Esentata dal primo turno, fu accoppiata all’Athletic. Quando però stava per partire per la trasferta d’andata, scoppio la Rivoluzione Ungherese. Il club fu sconfitto dal Bilbao 3-2 e poi in campo neutro a Bruxelles, fece 3-3. Eliminata, di fatto la squadra si sciolse, e molti giocatori non tornarono in patria.

La Fiorentina riuscì a superare gli svedesi del IFK Norrköping grazie ad un gol di Virgili in trasferta. Lo United fece fuori il Borussia in due match equilibrati, il Nizza eliminò un po’ a sorpresa i Rangers allo spareggio, come sorprendente fu la qualificazione degli svizzeri del Grasshoper sullo Slovan. La Stella Rossa Belgrado fece fuori il Rapid Heerlen, giocando la gara casalinga a Roma. Alla fine il CDNA Sofia eliminò la Dinamo Bucarest, dopo aver “scherzato” all’andata 8-1.

E il Real Madrid?

Tutto semplice in apparenza, dopo il 4-2 al Rapid Vienna in casa. Ma a Vienna un grande Happel siglò una tripletta, e ancora Di Stefano salvò il Madrid da una rocambolesca eliminazione. Nello spareggio a Madrid (non proprio campo neutro…) le reti di Joseito e Kopa, acquistato in estate, qualificarono i blancos.

I quarti non videro enormi sorprese.

Il Real Madrid andò in carrozza col Nizza, e la Stella Rossa eliminò il Sofia.

La Fiorentina fece fuori facilmente il Grasshoper. I Viola partiti molto titubanti in quella manifestazione ancora poco conosciuta, iniziavano a prenderci gusto.

Il quarto più bello fu fra United e Athletic. A Bilbao i baschi vinsero 5-3, ma al ritorno in Inghilterra le reti di Violet, Taylor e Berry diedero un rotondo 3-0 ai Red Devils.

Le semifinali opposero il Real Madrid allo United, e i Viola alla Stella Rossa.

All’andata a Madrid un 3-1 per i padroni di casa instradò la sfida. A Manchester i ragazzi di Busby cercarono di riaprire la qualificazione, ma finì 2-2.

La Fiorentina fece l’impresa al “Maracanà” di Belgrado. Un gol di Prini le permise di espugnare la tana della Stella Rossa. Nel ritorno una perfetta partita difensiva di Cervato, Orzan e compagni, e un Sarti insuperabile, blindarono lo 0-0, che voleva dire finale.

Finale che ebbe luogo il 30 maggio del 1957, a Madrid, proprio sul campo del Real.

La Fiorentina guidata da quel genio del calcio che rispondeva al nome di Fulvio Bernardini, era squadra tenace e tecnica. Fuoriclasse come Virgili e Montuori ne illustravano il gioco offensivo, reso imprevedibile dal grande Julinho. Uomini come Segato e Gratton la rendevano solida e combattiva.

 

Figura 5 La Fiorentina giunta alla finale di Madrid

Il Real Madrid, alla squadra campione, aveva aggiunto oltre a Kopa l’interno Mateos. Bernabeu proseguiva il suo assembramento di stelle.

Sotto la direzione dell’arbitro olandese Horn, la sfida si dipanò equilibrata. L’attacco “atomico” del Madrid si impantanò contro l’attenta difesa gigliata. Davanti Virgili – assai temuto da Di Stefano – era un pericolo costante per la difesa merengue mentre Julinho non era bloccabile quando andava in dribbling.

L’equilibrio si ruppe poco dopo la metà del secondo tempo, quando fu fischiato un dubbio rigore su Gento. Di Stefano non sbagliò dal dischetto. La Fiorentina si disunì e subì sette minuti dopo lo 0-2, proprio di Gento. Per la Viola molte recriminazioni, ma la consapevolezza di una grande prestazione lungo tutta la Coppa.

Per il Real Madrid la seconda vittoria di fila.

FINALE 1957

REAL MADRID – FIORENTINA 2-0 (Madrid, Estadio Chamartin, 30/5/1957)

Real Madrid: Alonso, Torres, Lesmes, Muñoz, Marquitos, Zarraga, Kopa, Mateos, Di Stefano, Rial, Gento. All.re: Villalonga

Fiorentina: Sarti, Magnini, Cervato, Scaramucci, Orzan, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Bizzarri. All.re: Bernardini

Arbitro: Horn (Paesi Bassi)

Marcatori: 69’ Di Stefano su rigore, 76’ Gento.

 

Figura 6 Francisco Gento

FOCUS: FRANCISCO GENTO

Nato nel 1933, l’attaccante asturiano, arrivò al Real Madrid a soli venti anni, dopo i primi calci da professionista nel Santander. Rimase un blancos fino al 1971. Veloce e rapido, dal dribbling fulminante, aveva un grande tempismo, doti che gli permisero di decidere sfide importantissime nel finale, con compagni e avversari stanchi.

Detiene il record di Coppe Campioni vinte, sei e tutte, ovviamente, col Real Madrid.

CLASSIFICA MARCATORI

RETI

MARCATORI

9

Dennis Violet (Manchester United)

8

Tommy Taylor (Manchester United)

7

Alfredo Di Stefano (Real Madrid)

1957-58 REAL MADRID

Ventiquattro squadre ai nastri di partenza, per questa terza edizione, con tre nuove nazioni rappresentate, Repubblica d’Irlanda, Irlanda del Nord e la DDR, mentre non partecipa la Turchia.

Il Siviglia rappresenta la Spagna, con ovviamente il Real Madrid. Per l’Italia c’è il Milan, alla sua seconda partecipazione. Gli inglesi ripresentano il Manchester United, forte di giovani fenomeni come Robert “Bobby” Charlton e Duncan Edwards.

Il primo turno non vede grosse sorprese.

Il Milan fatica più del previsto col Rapid Vienna che lo costringe allo spareggio a Zurigo, ma passa. Lo United liscio sullo Shamrock Rovers. Il Siviglia elimina un Benfica non ancora grande. Secondo spareggio del turno per i tedeschi orientali del Wismut, che fanno fuori il Gwardia Varsavia. La Stella Rossa Belgrado fa 9-1 in casa col Dudelange. Passano anche Aarhus, Rangers e Vasas Budapest.

Al secondo turno entra in scena, fra gli altri, il Real Madrid.

I blancos saltano a piè pari l’ostacolo Anversa (esentati come loro dal primo turno).

Il Milan infligge un 6-1 complessivo ai Rangers, espugnando con uno squillante 4-1 Glasgow. Sono uno squadrone e lo dimostreranno. Si qualificano anche Manchester United, Siviglia, Ajax, Vasas, Borussia Dortmund e Stella Rossa di Belgrado.

I quarti vedono sfide molto emozionanti, sulla carta tutte equilibrate e avvincenti.

Il Milan supera il Borussia vincendo 4-1 a San Siro, dopo un 1-1 in trasferta. I gol di Cucchiaroni, Liedholm, Galli e Grillo, sanciscono una superiorità netta. I club tedeschi non hanno ancora raggiunto una statura per competere in Europa… ma arriveranno, tranquilli.

Il Vasas Budapest fa fuori gli olandesi dell’Ajax. Dopo il 2-2 ad Amsterdam arriva un secco 4-0 a Budapest. Anche i lancieri devono ancora acquisire uno status europeo, ci metteranno un decennio buono.

Il derby spagnolo è quello considerato più avvincete alla vigilia. Ma il Real Madrid dimostra la sua forza all’andata: 8-0 per il blancos con un poker di Di Stefano a mettere il marchio sulla sfida. Inutile il 2-2 del ritorno.

 

Figura 7 Il compianto Duncan Edwards

La sfida fra United e Stella Rossa, passa alla storia per altro. Purtroppo. Di ritorno dalla trasferta di Belgrado, che ha sancito il passaggio alle semifinali, l’aereo degli inglesi, di scalo a Monaco di Baviera, ha un terribile incidente al decollo. Molti giocatori periscono nella tragedia. Fra questi il giovane Duncan Edwards, considerato il maggior talento della storia del calcio inglese. Charlton e Busby sono fra quelli che si salvano, miracolosamente. Non dimenticheranno mai la tragedia, e lotteranno per vincere la Coppa dei Campioni e dedicarla ai caduti.

Il Manchester United gioca comunque la semifinale con quello che gli rimane. Il Milan è chiamato all’ingrato compito di eliminarlo. Dopo il 2-1 dei Red Devils in casa, in un clima di commozione, i rossoneri vincono largo, 4-0, a San Siro. Crudele, ma lo sport è così.

Il Real Madrid si sbarazza del Vasas Budapest. Un rotondo 4-0 in Spagna con tripletta di un Don Alfredo scatenato, rende inutile la vittoria 2-0 degli ungheresi al ritorno.

 

Figura 8 L’indimenticato “Barone” Nils Liedholm

La finale va in programma il 29 maggio del 1958, a Bruxelles, in Belgio.

Il Real Madrid si è ulteriormente rinforzato con l’arrivo di Santisteban e dell’uruguagio Santamaria, che rinsaldano il reparto arretrato dei blancos. Davanti ci sono i soliti fuoriclasse… e ne sta per arrivare un altro, immenso. Il Milan però non ha timore. Forte di guerrieri dai piedi buoni come Bergamaschi, Radice e Cesare Maldini, a centrocampo ha due fuoriclasse epocali, anziani ma ancora sulla breccia, lo svedese Nils Liedholm e l’uruguaiano “Pepe” Schiaffino. Davanti Grillo e Cucchiaroni sono pericoli costanti.

La partita è stupenda. Una delle più belle finali della storia.

Per un’ora le due squadre si affrontano con un tasso tecnico elevatissimo. Al 60’ Schiaffino segna un gran gol e porta avanti il Milan. I centrocampisti del Real Madrid sono disperati, non c’è modo di arginare le giocate di Schiaffino e Liedholm, che pare giocare da fermo, ma la palla non la perde mai. Come al solito ci pensa Di Stefano a pareggiare al 74’, ma Grillo riporta avanti il Milan subito! Un’incertezza della difesa rossonera, consente a Rial di pareggiare.

Supplementari.

Per la prima volta una finale di Coppa dei Campioni va ai prolungamenti. Le due squadre sono stanche, ma al secondo minuto del secondo supplementare, un guizzo di Gento porta il Real Madrid avanti, per la prima volta è in vantaggio, ma basterà.

Il Milan mastica amaro, ma ha dimostrato la sua stratura europea, che confermerà nei decenni successivi.

Terza vittoria di fila per il Real Madrid.

FINALE 1958

REAL MADRID – MILAN 3-2 dts (Bruxelles, Stadio Heysel, 29/5/1958)

Real Madrid: Alonso, Atienza, Lesmes, Santisteban, Santamaria, Zarraga, Kopa, Joseito, Di Stefano, Rial, Gento. All.re: Carniglia

Milan: Soldan, Fontana, Beraldo, Bergamaschi, C. Maldini, Radice, Danova, Liedholm, Schiaffino, Grillo, Cucchiaroni. All.re: Viani

Arbitro: Alsteen (Belgio)

Marcatori: 60’ Schiaffino (M), 74’ Di Stefano (R), 77’ Grillo (M), 79’ Rial (R), 107’ Gento (R)

 

Figura 9 Héctor Rial

FOCUS: HÉCTOR RIAL

Nome completo José Héctor Rial Laguía, è spesso colpevolmente dimenticato fra i grandi fuoriclasse del Real Madrid di quegli anni. L’argentino era una formidabile mezzala sinistra, molto abile nel mandare in rete i compagni. All’occorrenza segnava gol importantissimi, come nelle finali del 1956 e 1958, dove fu decisivo per le vittorie dei blancos. Era uno dei giocatori di cui Di Stefano si fidava maggiormente. Lasciò il Real Madrid nel 1961 dopo le cinque Coppe dei Campioni.

CLASSIFICA MARCATORI

RETI

MARCATORI

10

Alfredo Di Stefano (Real Madrid)

9

Bora Kostić (Stella Rossa Belgrado)

6

Lajos Csordás (Vasas Budapest)

Redazione

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