Storia della Champions League
di Mark Menozzi
Fin dalla sua nascita, il calcio, è stato animato dalla voglia di competere con rivali sempre diversi e più forti. Si può dire che questa molla ne ha favorito la crescita, e la diffusione. Affrontare avversari di diverse nazioni era la massima sfida.
Nato in un periodo di forte identificazione nazionalistica, il calcio visse lo svilupparsi dell’idea di confronto sportivo fra diversi popoli. La nascita dei Giochi Olimpici nel 1896, fu la prova di questo fermento.
Chiusi nei recinti dei propri tornei nazionali, i club calcistici nati in quei decenni sognavano sfide nuove con club stranieri. Spesso il tutto si limitava a saltuari tour o piccoli tornei. Nacquero i primi esperimenti come la Coppa Universitaria o la Challenge-Cup, che però furono di breve durata.
Nel 1927, su idea del leggendario Hugo Meisl, prese il via la Coppa dell’Europa Centrale, più nota come Mitropa Cup, nome che deriva del termine Mitteleuropa ovvero Europa Centrale. Quel torneo prevedeva la partecipazione di due club per Nazione partecipante.
Inizialmente erano iscritte Austria, Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia. Nel 1929 l’Italia sostituì la Jugoslavia.
La prima edizione fu appannaggio dello Sparta Praga, in finale con gli austriaci del SK Rapid. Come detto nel 1929 toccò all’esordio delle italiane. Le prime due squadre del nostro paese a giocare quella storica coppa furono Genoa e Juventus, che furono però eliminate al primo turno.
La disputa di turni ad eliminazione diretta, con gare di andata e ritorno, creò notevole interesse per la manifestazione, che però fu spesso funestata da difficoltà logistiche negli spostamenti, e soprattutto arbitraggi non sempre limpidi. Nel 1932 arrivò la prima vittoria per un’italiana: il Bologna, che vinse senza disputare la finale, vista la squalifica delle altre due semifinaliste, Juventus e Slavia Praga, a seguito di match molto contrastati. Il successo portò all’allargamento della Coppa, con quattro partecipanti per Nazione nel 1934. In quella edizione ci fu il secondo trionfo del Bologna, che in finale superò l’Admira con una prestazione memorabile. Nel 1937 nuovo cambio di formula con Romania e Jugoslavia a fare il loro ingresso. Ma i venti di guerra che soffiavano in Europa portarono alla lenta agonia della manifestazione, che fu interrotta nel 1940.
Qui di seguito ecco l’albo d’oro di quello storico torneo:
1927 Sparta Praga
1928 Ferencváros
1929 Újpest
1930 Rapid Vienna
1931 First Vienna
1932 Bologna
1933 Austria Vienna
1934 Bologna
1935 Sparta Praga
1936 Austria Vienna
1937 Ferencváros
1938 Slavia Praga
1939 Újpest
1940 non assegnato
La Seconda Guerra Mondiale interruppe il fermento calcistico di quei due ultimi decenni, che aveva portato anche alla nascita della Coppa Internazionale, antesignana del Campionato Europeo per Nazionali. Nel Secondo Dopoguerra, la Coppa Mitropa riprese, ma ormai il suo fascino si era annacquato.
La nascita della UEFA nel 1954, segnò il punto di svolta. In realtà il massimo organismo calcistico europeo, promosse la nascita di un torneo continentale per squadre nazionali, accantonando il progetto di sfide fra club, ma le cose andarono diversamente.
La scintilla si ebbe nel settembre del 1953, in Inghilterra. Il Wolverhampton Wonderers, per inaugurare l’illuminazione del suo storico impianto, il Molineux, chiamò alcuni club stranieri, che sfidò in amichevoli notturne molto evocative.
Fra questi club vi furono lo Spartak Mosca, e soprattutto la Honvéd, la mitica formazione ungherese di fuoriclasse come Kocsik e Puskás.
Le vittorie dei Wolves furono molto reclamizzate, tanto che i giornali inglesi definirono il “Wolverhampton squadra più forte del mondo”. Ovviamente ciò non fu ben accetto dagli altri. In particolare il direttore del L’Equipe, Gabriel Hanot affermò che non ci si poteva definire i più forti senza un torneo che lo confermasse.
Propose quindi all’UEFA l’istituzione di un campionato fra i migliori club d’Europa, appoggiato da alcuni grandi club, fra cui Honvéd, Milan e Real Madrid. In particolare il potentissimo Santiago Bernabeu, presidente del Madrid, spinse l’acceleratore, poiché considerava un palcoscenico europeo l’ideale per aumentare gli introiti.
Come sempre accade un’ottima idea non fu presa in considerazione. FIFA e UEFA si opposero, preferendo puntare su tornei fra Nazionali. A quel punto però emerse la possibilità di una organizzazione privata, per creare una sorta di lega sovrannazionale, gestita dai club stessi.
Un disco che gira anche adesso… La FIFA, fiutando il pericolo di perdere il controllo sul calcio, spinse l’UEFA ad accettare di organizzare la manifestazione.
Venne così decisa la nascita della Coppa dei Campioni d’Europa, per il 1955, con finale in gara unica in campo neutro, a Parigi. La UEFA pose la regola che ogni Nazione potesse inviare una sola squadra. Inizialmente non era obbligatorio che fosse la squadra campione in carica del rispettivo Campionato, a patto che fosse in massima divisione, e che almeno una volta avesse vinto un titolo nazionale. E infatti su sedici iscritte solo sette erano le detentrici dei propri Campionati Nazionali (Milan per l’Italia, Real Madrid per la Spagna, Stade de Reims per la Francia, Djurgården per la Svezia, Aarhus per la Danimarca, Rot-Weiss Essen per la Germania Occidentale e Anderlecht per il Belgio). Erano presenti quasi tutte le nazioni calcisticamente più evolute e i campionati principali, con l’eccezione dell’Inghilterra, poiché la FA non considerò il neonato torneo all’altezza del blasone dei Maestri… un altro disco rotto!
La formula fu in parte ripresa da quella della Mitropa Cup, turni ad eliminazione diretta, con gare di andata e ritorno in casa delle due squadre avversarie, per garantire un equilibrio di condizioni ambientali. Sorteggio integrale. Non valeva ancora la regola dei gol fuori casa, e in caso di parità si sarebbe decisa la qualificazione con uno spareggio in campo neutro.
I sogni di tutti finalmente si concretizzarono, e l’Europa si stringerà poco alla volta. Ma non tutti prestarono molta attenzione a quel torneo, ritenendolo al meglio una stravaganza. Anche i più fiduciosi non immaginavano quello che sarebbe diventato. Come prima partita in calendario, il 4 settembre 1955, a Lisbona, ci fu Sporting Lisbona – Partizan Belgrado.
E la luce fu.