Tony Flygare e quel maledetto rigore

Tony Flygare e quel maledetto rigore

En gång var jag större än Zlatan” (“Una volta ero più bravo di Zlatan”).
Chi sia Zlatan, lo avrete capito. La frase è il titolo della biografia pubblicata nel 2014 da Tony Flygare (costo 50 corone, ma si può acquistare solo in lingua svedese). La storia di questa promessa mancata del calcio svedese è una sorta di versione calcistica del film “Sliding doors”.

Ibra e Flygare insieme nella rosa del Malmö

Coetaneo di Ibra (è nato anche lui nel 1981, il 6 gennaio) con lo Zingaro di Rosengård condivide origini balcaniche e luoghi d’infanzia: in “Io, Ibra”, la biografia di Ibrahimovic, si legge che abitava in un quartiere poco lontano, Vitemöllegatan, e soprattutto, che – parola di Zlatan – “era anche lui abbastanza un duro” e una sorta di mito per qualunque giovane calciatore di Malmö.

Tony Flygare a 19 anni

Zlatan lo incontra per la prima volta al Balkan, una delle squadre dove milita da giovanissimo, e dice che gli allenatori erano talmente impressionati dal suo talento da suggerire agli altri ragazzi “Guardate Tony e fate come lui”.
Considerato il più interessante prospetto del calcio svedese, dal Balkan, squadra satellite nell’orbita del Malmö, viene presto cooptato alla casa madre, dove conferma il suo talento e brucia le tappe.

Quando Zlatan arriva al Malmö, Tony è già una star, e lui uno dei tanti, sia pure in una squadra Juniores dove le promesse abbondano: oltre a loro due ci sono l’islandese Gudmundur Mete (che giocherà molti anni nel Malmö), l’oriundo cileno Mathias Concha (arriverà addirittura alla Nazionale svedese), l’enfant du pay Marcus Rosenberg, che farà la sua ottima carriera, e anche Jimmy Tamandi, un oriundo giamaicano che dopo aver bighellonato per mezza Allsvenska (la serie A svedese) finirà anche in Italia per un cameo alla Salernitana e al Potenza. Insomma: un gruppo di grandi qualità dove molti troveranno uno sbocco ad alto livello professionistico.

Tony sembra un predestinato. Il tecnico della Juniores, Ola Gällstad, lo definisce così: “Era estremamente bravo, fisicamente forte e un giocatore estremamente abile nel trattare il pallone… Era certamente meglio di Zlatan in quel momento“. L’ultimo anno di Juniores segna 48 gol in 55 partite: non serve molto altro per accendere i riflettori su di lui.
E per giunta, nel 1999 ai giovani del Malmö capita una situazione favorevolissima. Il glorioso club biancoceleste, partito per un campionato di vertice, non ne azzecca una e si ritrova addirittura sull’orlo di una retrocessione che sarebbe clamorosa, basti dire che la società non andava in Superettan (la Serie B svedese) dal 1937.

Due promettenti juniores del Malmö

Così, nel tentativo di dare nuova linfa alla squadra, il club fa esordire i suoi giovani migliori. A cominciare, ovviamente, da Flygare, che si disimpegna anche bene: al debutto, in Coppa di Svezia contro l’Ystads IF entra nei supplementari e segna subito il gol vincente. Poco dopo la partita arriva la notizia che la Real Sociedad aveva già chiesto informazioni su di lui per la stagione successiva.

Poi, via via, tocca a Concha, a Mete, anche a Tamandi, mentre Zlatan guarda dalla panchina.
Finchè arriva il giorno delle sliding doors.
Il 19 settembre 1999 il Malmö affronta un match decisivo sul campo dell’Halmstad, Örjans Vall (considerato uno dei più ostici di tutta la Svezia). La situazione è drammatica: se il Malmö vince o pareggia, resta in Prima Divisione, se perde, rischia di disputare i playout, o peggio ancora di retrocedere.
Gara nervosa, come quando non si può sbagliare: Tony è in campo e fa la sua figura. Il Malmö tiene il pareggio ma a inizio secondo tempo, perde l’attaccante Niklas Gudmundsson che esce in barella. Il risultato resta fermo sull’1-1 fino a un quarto d’ora dal termine, finchè anche il capitano Hasse Mattison si fa male e deve uscire (entra proprio Ibra) …e praticamente sull’azione successiva l’Halmstad fa gol. Il Malmö è sull’orlo del baratro.

Se non che, all’88°, l’attaccante Mats Lilienberg insegue un pallone in area con sette anime fra i denti, ma quando sta per raggiungerlo, viene toccato da un avversario, si sbilancia e cade a terra. Rigore.
Una stagione intera è in ballo su un solo pallone: quel rigore, che può valere la salvezza oppure, forse, la condanna, pesa una tonnellata. Nessuno ha il coraggio di tirarlo, i giocatori si guardano timorosi, finchè si sente una voce: “Lo tiro io”.
Tony Flygare, il giovane più promettente di tutta la Svezia, ha deciso di prendersi sulle spalle una enorme responsabilità.

In una commedia di Hollywood, Tony segnerebbe sicuramente.
Ma la vita non è un film e soprattutto non sempre c’è un lieto fine per chi si prende le responsabilità: Zlatan, mentre va sul dischetto, sembra sentirsela, e lo avverte: “Merda, Tony, ma cosa stai facendo?!“. Tony guarda i compagni, tutti tesi, tutti impauriti, e forse si rende conto di avere fatto il passo più lungo della gamba, ma è troppo tardi: tre passi e deve calciare.

E sbaglia.

Tony Flygare dopo aver sbagliato il rigore contro l’Halmstad (Mandatory Credit: Photo by Ibl/Shutterstock 3666095a)

Il Malmö retrocede e per lui, schiacciato dai rimorsi e dal peso della sconfitta, comincia una spirale discendente che non avrà più fine.
L’anno dopo parte nella rosa di prima squadra, ma non è più lui: fa avanti e indietro con la Juniores, ma non sfonda. Si interessa a lui il Genoa, fa anche un provino, e i rossoblù vorrebbero acquistarlo, ma fra Preziosi e il ds del Malmö, Hasse Borg (che tiene sempre una mano sul cuore e una sul portafogli) la cifra offerta non sembra congrua e non se ne fa niente. L’anno dopo Tony comincia il suo vagabondare e la sua carriera imbocca la china discendente: prestito all’Assyriska FF, poi Luleå FF, il tentativo di rifarsi una verginità all’estero al Wehen Wiesbaden, altro fallimento; il ritorno in Svezia al Bunkeflo IF, e quindi un altro tentativo fuori, stavolta in Macedonia, la sua terra d’origine, col Cementarnica. Ma neanche l’aria di casa gli restituisce sicurezza: non resta che qualche triste comparsata nelle ‘minor’ svedesi: Malmö Anadolu BI, Husie IF, KSF Prespa Birlik, BW 90 IF. Poi l’addio al calcio, qualche problema economico e la necessità di chiedere l’intervento dei servizi sociali, prima dell’inizio di una nuova carriera, da uomo qualunque.

Tony Flygare oggi a 39 anni

Oggi, Flygare vive ancora a Malmö, a due passi dallo stadio, ma raramente va a vedere le partite, anche se qualcosa del calcio gli è rimasto dentro: in una recente intervista,

ha dichiarato: “Mi piacerebbe fare l’agente, per avere la possibilità di dire ai giovani talenti: tutti possono diventare come Zlatan, ma..”.
Ma dipende da tante cose. E a volte basta un istante per rovinare tutto. Forse a lui sarebbe bastato non battere quel maledetto rigore per diventare davvero più forte di Zlatan Ibrahimovic.

Massimo Prosperi

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