In attesa del record: Mertens, il bomber più forte del se

In attesa del record: Mertens, il bomber più forte del se

Dries, Ciro per gli amici, Mertens è il bomber più forte dei se.

Anni fa, quando il Napoli lo mise sotto contratto, Mertens diventò subito famoso per due cose: una figurina e una profezia.

La figurina in questione, in realtà, non era altro che una caricatura della figurina ufficiale Panini di Mertens con la maglia del Belgio. Mertens è diversamente alto e così non compariva del tutto nel meme dell’epoca che in pratica mostrava solo la sua capigliatura.

La profezia fu invece lanciata in diretta tv da Eziolino Capuano, allenatore in carica dell’Avellino. A suo dire, quel Mertens a Napoli non avrebbe mai potuto fare più di sei o 7 gol. Ora in molti ci ridono su, ma in quel periodo Mertens, o per meglio dire, l’acquisto di Mertens non era di certo qualcosa che faceva sognare i tifosi, anzi. Dries arrivava dal Psv, stessa squadra da cui è stato acquistato Lozano, con 62 presenze e 37 gol, praticamente le stesse cifre del criticatissimo Messicano, 60 gettoni e 35 reti, che magari sarebbe opportuno aspettare, ma questa è un’altra storia. Torniamo a Dries che no, per molti, non era un calciatore da Serie A quando fu scovato dallo staff di Benitez.

Dries col tempo si è mostrato un giocatore non banale, insolito, non è un attaccante, ma fa gol, tantissimi e tanti belli e finalmente si appresta a diventare il più prolifico marcatore della storia della società azzurra. Al momento in cui scrivo ha già affiancato in testa Marek Hamsik e, purtroppo, se Busquests del Barcellona non lo avesse coinvolto nella sua personale e violenta visione di gioco apprezzata fin troppo dall’arbitro tedesco dell’incontro, Dries, il cecchino dalle traiettorie improbabili, avrebbe già potuto ripetersi con il Barcellona in Champions nei minuti restanti o superare il record nella partita di serie A contro il Torino.

Coi se e coi ma non si fa la storia e il nostro Dries lo sa bene, perché lui di se, ne ha superati tanti. Guardate una sua gara: se è piazzato in una posizione difficile in area di rigore, ragion vorrebbe cercare il passaggio ad un compagno, ma per lui, no, tutto questo non vale, e così ecco partire dal suo piede traiettorie magistrali, impossibili per altri, che diventano gol leggeri come contro Genoa, Bologna, Torino e Barcellona. Dries è fatto così. Prima dedicava i gol alla moglie, disegnando gol e parabole amorevoli, poi li ha dedicati al suo cane, contro la Roma, mentre ora li festeggia omaggiando lo spirito di spogliatoio azzurro, tra cazzimma e ammuina, con linguacce scatti irriverenti che fanno impazzire un po’ tutti

Dries è fatto così e solo a Napoli, in una terra dove l’impossibile si rassegna alla quotidianità imprevedibile, avrebbe potuto scrivere la storia del calcio.

Fabio Izzo

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