Three Talking Points: la mi porti una (pessima) Juve a Firenze

Three Talking Points: la mi porti una (pessima) Juve a Firenze

Raccontare Fiorentina-Juventus in venti parole usando metafore militari? Presto fatto: una banda di assaltatori con le armi spuntate mette spalle al muro un esercito di generali col pennacchio senza sconfiggerli.
Approfondiamo il discorso? Certo!
Eccovi i 3 spunti più interessanti venuti fuori dal match dell’Artemio Franchi.

1) Lavori in corso alla Continassa
Una rondine non fa primavera e gli incoraggianti, e abbastanza sorprendenti, 60 minuti col Napoli hanno lasciato spazio alla più realistica e sofferta prestazione di Firenze.
L’avevamo scritto, continuiamo a dirlo: alla Juve occore tempo per diventare una squadra diversa da quella che era e chi si era illuso nel post Napoli che la strada sarebbe stata tutta in discesa ha fatto un bel bagno nell’Arno del realismo.
L’infortunio del giocatore su cui poggia attualmente il tuo gioco d’attacco e di quello che è deputato a organizzare e gestire la manovra hanno avuto un peso non tanto nel determinare il risultato quanto nell’evidenziare come i bianconeri siano ancora troppo legati all’estro del singolo piuttosto che a un gioco ancora troppo fragile e insicuro, vedasi gli strafalcioni in fase di costruzione dal basso.
Le poche certezze finora maturate sono state aggredite e spazzate via dall’impeto con cui i viola hanno affrontato quello che per loro era probabilmente “il match dell’anno”. E no, questa non è una scusante come non lo è la sosta della nazionale, il caldo, l’orario, le congiunzioni astrali, il mercato in Qatar e la situazione politica in Ciripiristan.
La prima di Champions a Madrid, contro una squadra che sta cercando di cambiare pelle per dimostrare che non è capace di eccellere giocando di sola difesa e contropiede, aspetta al varco e, nel bene e nel male, segnerà un primo importante punto di svolta nella stagione.

2) Salvate il soldato Berna
Bianconeri quasi tutti bocciati per la loro prestazione ma uno più di tutti. Federico Bernardeschi ha tradito ancora una volta le attese, mostrandosi incapace del cambio di passo richiesto dal suo percorso calcistico.
Incerto, poco incisivo, incapace di produrre gioco e occasioni. In un confronto con i rivali, in verità deprimente per tutta la squadra, Bernardeschi ha prodotto ben 0 KeyPasses (3 a testa Castrovilli e Chiesa, per dire) e 0 Expected Assist (0,31 Ribery), il che tradotto per chi conosce poco le statistiche avanzate vuol dire: il nulla rivestito di niente in fatto di produzione offensiva.
Il ballo sul confine che separa l’eterna promessa dal calciatore fatto e finito è prossimo alla conclusione e a fine stagione il buon Federico dovrà necessariamente mostrare di che pasta è fatto. L’infortunio di Costa gli sta dando una grande opportunità, vedremo se sarà in grado di sfruttarla.

3) Una (bella) viola non fa primavera
La Fiorentina è una squadra attualmente migliore della sua classifica.

Giovane, sfacciata, volenterosa, ha rischiato di portare a casa i due scalpi più prestigiosi del campionato, senza però riuscirci. Montella sembra esser riuscito a dare una identità alla sua squadra e il 3-5-2 con cui ha affrontato la Juventus, con il duo offensivo Chiesa-Ribery a portare scompiglio e i due esterni più liberi di spingere, in un ruolo per loro più congeniale, apre prospettive interessanti per il futuro. Rimane però calcio di Settembre e i miglioramenti in classifica passeranno dalla conferma dell’impatto di alcune sorprese, come Castrovilli, e dalla necessità di tramutare in reti quanto prodotto col gioco (5.23 expected goals per 4 reti, il Napoli con gli stessi valori ne ha fatte 9).

Redazione

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