Enoch West e il primo calcioscommesse
Siamo nella primavera del 1915. L’Inghilterra, come buona parte dell’Europa, è alle prese con la Grande Guerra, che sta mietendo un gran numero di giovani vite. Ma a differenza del resto dei Paesi belligeranti, (l’Italia non è ancora entrata nel conflitto), non ha ancora ritenuto di sospendere il campionato.
Crescenti critiche, però, hanno accompagnato la cocciuta decisione della FA di proseguire l’attività con i vari campionati e la FA Cup della stagione 1914-15: non si può – si obietta – pretendere da ogni buon inglese rinunce e sacrifici per aiutare lo sforzo bellico, e permettere ogni fine settimana lo svolgimento di passatempi ludici come il pur nobile gioco del calcio.
Sono probabilmente considerazioni un po’ bacchettone (basti pensare che quasi tutte le squadre hanno uno o più giocatori sotto le armi, e molti sono già al fronte), ma che grazie alla stampa stanno ottenendo crescente sostegno nella pubblica opinione, tanto che gira voce che l’attività agonistica, dopo la fine della stagione, non riprenderà fino alla chiusura del conflitto.
La piega che gli eventi stanno prendendo preoccupa non poco i giocatori delle principali squadre che, anche se non ancora considerati professionisti in senso stretto, nel calcio trovano la loro principale fonte di sostentamento economico, o quantomeno una importante voce per il bilancio famigliare.
Forse è per questo, che alcuni giocatori di Manchester United e Liverpool decidono di approfittarne, stabilendo di truccare il risultato della partita in programma il 19 marzo, Venerdì Santo, e di approfittare dell’occasione per vincere alle scommesse (che in Inghilterra sono già legali e molto diffuse).
La partita finisce 2-0, come concordato. Ma non tutto va come gli artefici dell’illecito avevano immaginato.
A mandare tutto a monte, è tale mister Giles, un bookmaker di Hucknall, che già alla vigilia del match si era molto insospettito per una serie di scommesse molto strane. All’epoca non è particolarmente comune puntare sul risultato esatto (le partite possono finire con facilità anche 5-5). Al massimo si punta sulla vincente, o su quanti gol di scarto ci saranno fra le due squadre. Eppure, tantissimi quella settimana hanno puntato lo stesso risultato: guarda caso proprio il 2-0 che si verificherà sul campo.
I giocatori che hanno chiesto di puntare sul risultato esatto erano talmente tanti che ad un certo punto il prudente mister Giles ha deciso di smettere di accettare le puntate, ma nonostante tutto quel risultato gli è costato 150 sterline (parecchie per i tempi). Immaginando che ci fosse sotto qualcosa, sporge denuncia, e fornisce anche le matrici delle bollette giocate come prova.
Alla Football Association non ci vuole molto per comprendere che qualcuno ha pescato nel torbido. Una breve inchiesta porta pertanto alla squalifica a tempo indeterminato di nove giocatori: 4 del Liverpool 3 del Manchester United, uno del Chester e uno del Manchester City: questi ultimi, pur non essendo direttamente coinvolti nell’illecito, ne erano al corrente e avevano tentato di approfittarne per ottenere un vantaggio economico.
Interessante è il fatto che la squalifica aveva tutte le caratteristiche di un DASPO, perchè nel suo meccanismo impediva ai giocatori sospesi anche soltanto di mettere piede all’interno di uno stadio.
Fu questo il primo vero scandalo delle scommesse nella storia del calcio. Ma i colpevoli (tranne due) non pagarono dazio. Infatti, al termine della stagione, il campionato fu effettivamente sospeso. Nel 1919, quindi poco dopo la fine della guerra, tutti i giocatori coinvolti (che nel frattempo, come i loro coetanei, erano finiti tutti al fronte) furono perdonati per i servigi offerti alla Patria sul campo di battaglia, e molti di loro, ancora in età per giocare, tornarono sul campo. Tutti riabilitati, dunque, tranne due.
Quello a cui andò peggio fu Sandy Turnbull (Manchester United), che fu ucciso in battaglia, ma la cui memoria ottenne comunque solenne riabilitazione postuma. Chi invece non fu perdonato fu il suo compagno nei Red Devils Enoch West.
West era un attaccante. Classe 1886, cresciuto nello Sheffield United, a 17 anni non riuscì a salire l’ultimo gradino per la prima squadra e cominciò a frequentare i campi delle minor leagues. Nel 1905 passò al Nottingham Forest e in 5 anni e 184 presenze mise a segno ben 100 gol, che gli valsero, nel 1910, il passaggio allo United.
A seguito della sospensione, West si rivolse ai suoi legali e fece causa alla FA per ottenere una immediata sospensione della squalifica e un ingente risarcimento. Il suo caso fu esaminato nel 1917, e il giocatore perse. Per questo, la Federazione ritenne di non riabilitarlo. Con un tocco di humour inglese, la sua squalifica a tempo indeterminato fu alla fine revocata nel 1945, quando West aveva ormai 59 anni…
Ecco l’elenco dei giocatori squalificati.
Tom Fairfoul (Esterno del Liverpool 34 anni al momento dei fatti).
Pur riabilitato non riprese mai a giocare.
Tom Miller (Attaccante, Liverpool, 24 anni).
Al momento della squalifica si era appena arruolato nell’esercito. Sopravvissuto, alla fine della guerra tornò in Scozia, suo luogo d’origine, e quando la squalifica fu annullata tornò a vestire i colori del Liverpool. Secondo alcune fonti nel 1920 sarebbe poi passato proprio allo United. L’ultima notizia su di lui lo dà allenatore-giocatore del Barrow, in Scozia, dove probabilmente proseguì la carriera di tecnico nelle minor leagues.
Bob Pursell (Terzino, 26 anni, Liverpool).
Sopravvissuto alla guerra, tornò al Liverpool nel 1919, e più tardi chiuse la carriera al Port Vale.
Jack Sheldon (ala, 27 anni, Liverpool)
La notizia della squalifica gli arrivò, grazie all’efficiente servizio postale della Royal Mail, mentre era in prima linea sul Fronte Occidentale. Ferito tre volte, ma miracolosamente sopravvissuto e senza danni permanenti, nel 1919, tornò a giocare disputando altre due stagioni con i ‘Reds’.
Sandy Turnbull (attaccante, 30 anni, Manchester United)
Turnbull nella partita del Venerdì Santo non scese nemmeno in campo, ma fu squalificato per avere scommesso. Fu ucciso nel corso della guerra ad Arras, nel 1917. Fu riabilitato ufficialmente dalla Football Association nel 1919.
Enoch West (attaccante, 28 anni, Manchester United)
Come detto, la sua squalifica fu dichiarata conclusa nel 1945.
Arthur Whalley (centrocampista, 29 anni, Manchester United)
Sopravvissuto al conflitto, vestì la maglia del Manchester per alcune partite della stagione 1919-20.
Lolly Cook (centravanti, 30 anni, Chester City)
La scelta di scommettere sulla partita fra United e Liverpool, seguendo il suggerimento di alcuni amici che giocavano nelle due squadre, segnò la fine della sua carriera. Nel 1919, pur riabilitato, aveva 35 anni e ritenne di non tornare a giocare.
Fred Howard (centravanti, 24 anni, Manchester City)
Coinvolto nelle scommesse al pari di Cook, fu squalificato non a tempo indeterminato, come gli altri giocatori, ma solo per un anno, in quanto era riuscito a portare alcuni elementi a proprio discarico. Finito comunque al fronte, riprese l’attività a guerra finita, tornando a vestire i colori del City e poi proseguendo la carriera con le maglie di Gillingham, Wrexham, New Brighton e Port Vale.